Da oggi il futuro della Chiesa è nelle mani e nelle menti dei 133 cardinali che, nell'isolamento della Cappella Sistina e di un rigido cerimoniale, lo stesso da secoli, si isoleranno dal mondo esterno in un conclave che sembra essere stato mediatizzato come mai in precedenza.
Conclave 2025: la Chiesa in cerca del suo nuovo papa
Provenienti dai quattro angoli del mondo, i cardinali, in una location unica al mondo, sotto lo sguardo del Dio concepito da Michelangelo, saranno esclusi dal mondo esterno sino a quando la maggioranza non troverà un nome sul quale convergere. E potrebbe essere, per strano che possa apparire, un tempo brevissimo (se si pensa che la composizione del collegio cardinalizio porta il segno di papa Francesco), ma anche più lungo del lecito (i cardinali sono uomini e vivono, come tutti gli uomini, di passioni e antipatie). Alla fine, comunque, tutti applaudiranno i, nuovo pontefice, al quale toccherà il compito di guidare i cattolici che, nel mondo, sono quasi un miliardo e mezzo.
Anche se non ha ancora una identità, un nome quello che sceglierà, e un volto, il futuro pontefice, sin dalla sua apparizione sul balcone che svetta su piazza San Pietro che, come da tradizione, sarà gremita di fedeli, dovrà fare capire come intende reggere la pesante eredità del suo predecessore, in materie delicate a cominciare dalla guerra.
Tra riforma e tradizione: le sfide che attendono il futuro papa
Ma, al di là delle grandi questione, il prossimo papa dovrà occuparsi anche dei problemi dentro il Vaticano, a partire dai conti in rosso e l'azione contro l'antico problema degli abusi sessuali dentro la Chiesa, al quale, hanno detto io critici nel precedente pontificato, Francesco non ha riservato la giusta attenzione.
Quindi l'interrogativo di fondo è su quale fronte si schiererà il prossimo papa, tra i riformatori, nel senso dato a questa parola da Francesco, o i conservatori o, come si potrebbero definire, i tradizionalisti, quelli che tanto vanno in voga nel potente episcopato americano.
Francesco, sin dalla sua elezione, ha guardato ad una Chiesa universale e quindi, davanti alla crisi della religiosità in Europa, ha allargato i confini del collegio cardinalizio andando a sceglierne i componenti in Africa, Asia e America.
Ha nominato 108 dei 133 cardinali elettori. In totale, 52 provengono dall'Europa, 23 ciascuno da Asia e America Latina, 17 dall'Africa, 14 da Stati Uniti e Canada e quattro dall'Oceania.
Molti tradizionalisti ritengono che il prossimo papa dovrebbe riflettere le radici geografiche della Chiesa, magari eleggendo il primo papa italiano dal 1978.
Considerata la posta in gioco, sono state adottate misure estreme per impedire le intercettazioni: non solo hanno ripulito la Cappella Sistina alla ricerca di microspie, ma ne hanno anche chiuso le finestre per impedire agli scanner di rilevare le vibrazioni delle parole dei cardinali sui vetri.
Il primo scrutinio del pomeriggio è spesso l'occasione per sondare i favoriti e dare voti simbolici ad amici e colleghi stimati. Questo può ritorcersi contro: nel 1334, il cardinale Jacques Fournier, non considerato un candidato serio, fu eletto accidentalmente Papa Benedetto XII.
Segretezza, votazioni e simboli: come funziona l’elezione del pontefice
Sono previste quattro votazioni al giorno, due al mattino e due al pomeriggio. Dopo le ultime votazioni del mattino e del pomeriggio, le schede vengono bruciate in una fornace appositamente installata e mescolate con una diversa miscela di sostanze chimiche a seconda del risultato: fumo nero per nessuna decisione, bianco per una maggioranza di due terzi e un nuovo papa – “Habemus Papam!” (“Abbiamo un papa!”).
Mentre alcuni conclavi hanno richiesto ore, nella storia recente sono durati due o tre giorni. Pochi prevedono una ripetizione del conclave più lungo, quello del 1268-71, in cui gli abitanti del paese si irritarono così tanto per la situazione di stallo dei cardinali che chiusero a chiave le porte, divelsero il tetto e diedero da mangiare ai cardinali solo pane e acqua finché non presero una decisione.