L'indice dei prezzi al consumo (CPI), il principale indicatore dell'inflazione in Cina, è sceso dello 0,4% su base annua ad agosto, segnando il secondo tasso negativo più forte quest'anno e il ritorno al calo dei prezzi.
Cina: l'indice dei prezzi al consumo ancora in calo, -0,4% su base annua
Agosto è stato il quinto mese di quest'anno in cui i prezzi sono scesi: l'Indice ha avuto quattro aggiornamenti negativi consecutivi tra febbraio e maggio (il primo, -0,7%; il resto, tutti a -0,1%) per poi rimbalzare dello 0,1% a giugno e rimanere congelato allo 0% a luglio.
Alla luce di questo trend, gli analisti si aspettavano che l'indicatore, diffuso oggi dall'Ufficio Nazionale di Statistica, registrasse un calo, anche se meno consistente, di circa lo 0,2%.
E, sebbene il mese precedente la sorpresa positiva fosse stata il confronto mese su mese dei prezzi, questa volta non è stato così: sono passati dall'aumento dello 0,4% di luglio a rimanere intatti (0%) ad agosto, mentre gli esperti indicavano un progresso di almeno lo 0,1%.
Lo statistico dell'Ufficio Nazionale di Statistica, Dong Lijuan, ha sottolineato che l'inflazione core - una misura che esclude i prezzi dei generi alimentari e dell'energia a causa della loro volatilità - è aumentata dello 0,9% su base annua e ha segnato il quarto mese consecutivo di aumenti.
Secondo la sua analisi, il calo dell'Indice dei prezzi al consumo ad agosto è dovuto a una base comparativa sfavorevole e al fatto che i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati meno di quanto la storia della stagionalità si sarebbe aspettata.
L'altra faccia della medaglia è che ci sono stati i beni di consumo industriali, come gli elettrodomestici, favoriti dal "piano di ristrutturazione" multimilionario annunciato da Pechino per stimolare i consumi, o i gioielli in oro, un aumento probabilmente legato all'aumento del prezzo internazionale di questo metallo, considerato un bene rifugio di fronte all'incertezza del contesto finanziario internazionale.
Le autorità hanno più volte sottolineato negli ultimi mesi che il rilancio della debole domanda interna è una delle maggiori priorità economiche per un 2025 segnato non solo dalla minaccia della deflazione ma anche da fronti noti come la crisi immobiliare e altri incipienti come la guerra commerciale con gli Stati Uniti.
L'Ufficio Nazionale di Statistica ha pubblicato anche l'indice dei prezzi alla produzione, che misura i prezzi industriali e che, all'interno del trend negativo che mantiene da oltre due anni e mezzo, ha registrato il calo più contenuto negli ultimi quattro mesi, passando dal -3,6% al -2,9% su base annua nell'ottavo mese dell'anno.
Dong attribuisce questa evoluzione non solo al già citato "piano di rinnovamento", ma anche al "continuo miglioramento della concorrenza nel mercato interno" o alla "crescita sostenuta di nuovi motori in crescita", rivolti in particolare a settori emergenti come i semiconduttori o i cantieri navali.