Il fatto in sé stesso - avere inserito per errore un giornalista in una chat riservata che parlava dei piani delle opzioni militari per colpire nello Yemen i ribelli Houti - è già gravissimo avendo potenzialmente esposto soldati americani. Ma appare ancora più grave il fatto che per i più stretti collaboratori di Trump l'accaduto può essere relegato nelle cose marginali delle quali, quindi, nessuno deve dare conto.
Piani anti-Houti discussi in chat: si apre il vaso di Pandora sull'efficienza dei collaboratori di Trump
Non è esattamente così per a Washington, cuore dell'Amministrazione, tutti sanno che la riservatezza è un bene da preservare, adottando tutte le misure di sicurezza possibili. Ma, per strano che possa apparire, gli americani, piuttosto che una spaventosa falla nella sicurezza nazionale, sembrano guardare alle bollette e all'assistenza sanitaria.
Ma a parte i rischi per il personale militare in combattimento, un dramma come questo dipinge un quadro più ampio del carattere e delle operazioni di un'amministrazione, che solitamente riflettono la personalità della persona che sta dietro la grande scrivania che troneggia nello Studio Ovale.
Ancora oggi, quando lo scandalo è deflagrato in tutto il mondo, riguardando la chat piani operativi dettagliati e altre informazioni altamente riservate sugli attacchi militari statunitensi in Yemen, l'amministrazione non ha fornito alcuna spiegazione, il che ha sollevato molteplici interrogativi che probabilmente diventeranno ancora più dannosi dal punto di vista politico man mano che emergeranno nuovi dettagli.
Come, ad esempio, come mai sia stato possibili che i vertici dell'Amministrazione (il vicepresidente JD Vance, il segretario alla Difesa Hegseth, il segretario di Stato Rubio, il consigliere per la Sicurezza nazionale Waltz, il capo dello staff della Casa Bianca Susie Wiles, la direttrice dell'Intelligence nazionale Gabbard e il direttore della Cia Ratcliffe) abbiano discusso di temi delicatissimi in una comunicazione non protetta. Né la Casa Bianca non ha spiegato perché i funzionari non abbiano utilizzato le strutture disponibili per discussioni riservate, tra cui telefoni o sistemi informatici sicuri o sedi come la White House Situation Room.
Anche se non c'è segno che gli attacchi contro gli Houthi siano stati compromessi, i dialoghi dentro la chat hanno obiettivamente messo a rischio la sicurezza delle forze americane in combattimento. Una situazione che rende fondato il timore, espresso dai critici quando Trump stava formando il suo gabinetto, che il presidente stesse chiamando accanto a sé persone prive di esperienza, ma scelte in base a criteri personali. Come nel caso di Hegseth, un ex conduttore di Fox News, messo alla guida della potente macchina bellica americana.
In casa repubblicani la tendenza è quella di minimizzare la Waterloo della sicurezza dell'Amministrazione come fosse un semplice errore senza conseguenze. Con una sola voce non allineata al clima di assoluzione generale. Quella del leader della maggioranza al Senato John Thune, che ha promesso di volere "capire cosa è successo".