Se c'è una cosa che ho sempre trovato affascinante nel rapporto tra esseri umani e cani è la sorprendente somiglianza che spesso li accomuna. E non parlo solo di aspetti fisici, come un barboncino che sembra la copia in miniatura della sua proprietaria riccioluta, o l’elegante bracco di Weimar, che molto spesso è accompagnato da un’umana dagli occhi cerulei come lui.
Tale cane, tale padrone: ora lo dice anche la scienza
Parlo anche di carattere, di attitudine alla vita, di piccole e grandi abitudini che finiscono per allinearsi, come se la convivenza portasse a una sorta di osmosi emotiva tra le due specie. A volte la somiglianza è così evidente da risultare quasi comica. Convivendo da sempre con i cani, ho notato più volte questo fenomeno. Prendiamo la mia Anita: pigra, come me, ama stare raggomitolata in poltrona, assaporando il tepore di casa e il dolce far niente. Ma quando finalmente si decide a uscire per andare al parco si scatena in un'esplosione di vitalità, correndo libera, lasciandosi travolgere dall’entusiasmo del momento.
Ed io come lei: quella pigrizia iniziale, la tentazione di rimanere nella mia comfort zone, il piacere rassicurante della routine. Eppure, basta un passo fuori per abbandonarmi all’aria fresca sul viso, all’energia che scorre nelle vene, semplicemente alla vita.
Quindi, lasciatemelo dire, se vale l'adagio "tale padre, tale figlio", allora vale anche "tale padrone, tale cane". Anche se il termine lo trovo decisamente urticante, perché la parola "padrone" richiama un’idea di subordinazione, di gerarchia rigida, di dominio e obbedienza incondizionata.
E chiunque viva con un cane sa che un cane non è un oggetto da possedere, ma un membro della famiglia. Per questo, molte persone preferiscono definirsi "proprietari" o "partner". Anche se, e lo so che qualcuno storcerà il naso, la maggior parte di noi si definisce "mamma (o papà) umana".
Esagerato? Forse, ma rende perfettamente l’idea del legame profondo che si crea fra un cane e il suo umano.
Ma torniamo alla somiglianza tra uomo e cane, o tra cane e uomo perché non sappiamo chi assomiglia a chi.
Ebbene, non si tratta solo di una semplice sensazione: perché questa sintonia tra esseri umani e animali non è solo un’impressione, ma qualcosa che la scienza ha studiato e confermato nel tempo. Sono molti, infatti, gli studi che hanno indagato il fenomeno, cercando di capirne le cause psicologiche. Per esempio, una ricerca pubblicata nel 2015 ha rivelato che le donne con i capelli lunghi tendevano a preferire cani con orecchie altrettanto lunghe, mentre quelle con capelli corti prediligevano razze con orecchie a punta.
Secondo Art Markman, scienziato cognitivo e vice rettore senior per gli affari accademici presso l'Università del Texas ad Austin, questo fenomeno ha basi profonde.
"Diciamo che sei in un rifugio e stai valutando molte diverse opzioni potenziali. Non stai necessariamente dedicando molto tempo esplicito a cercare di capire quali caratteristiche di ogni cane desideri. È più una sensazione generale, e quando hai queste sensazioni generali, allora devi capire cosa le guida", ha spiegato Markman alla CNN.
Il motivo di questa attrazione per la somiglianza potrebbe risiedere nella familiarità: vediamo ogni giorno il nostro volto riflesso nello specchio, quindi tendiamo a scegliere un compagno che richiami tratti che ci sono già noti. "Il cane potrebbe avere una massa di peli come la tua o la stessa espressione interrogativa sul muso", ha detto Markman, sottolineando che questo riconoscimento inconscio può indurre una preferenza per quel particolare animale.
"Pensateci in questo modo: quando andate a un concerto rock, da qualche parte durante lo spettacolo, la band suona la canzone che è stata trasmessa di recente alla radio e la folla impazzisce. La folla impazzisce non perché quella sia oggettivamente la migliore canzone della band, ma perché è la canzone più familiare della band", ha spiegato Markman.
Un altro studio, condotto nel 2004, ha dimostrato che gli osservatori riuscivano ad abbinare correttamente le foto di 45 proprietari e dei loro cani di razza con una precisione superiore al caso.
"Questo ha funzionato solo quando il cane era di razza. Pensiamo che ciò sia dovuto al fatto che i cani di razza hanno un aspetto e un temperamento più prevedibili, permettendo alle persone di scegliere un compagno che si adatta meglio a loro", ha spiegato Michael Roy, autore dello studio e professore di psicologia presso l'Elizabethtown College in Pennsylvania. Secondo Roy, il fenomeno è simile a quello che si verifica con l'effetto di mera esposizione: più vediamo qualcosa, più ci piace. Questo principio vale anche per le preferenze musicali o per l'attrazione verso determinati oggetti.
Ma non è solo l'aspetto fisico a legare i cani ai loro umani: anche il carattere sembra modellarsi in modo simile. Un team di psicologi della Michigan State University ha analizzato la personalità di 1681 cani di diverse razze ed età, confrontandola con quella dei loro proprietari. Inizialmente si pensava che il carattere del cane fosse statico nel tempo, ma la ricerca ha dimostrato che cambia, e spesso in risposta al comportamento del suo umano. Il risultato più sorprendente? I cani delle persone più anziane tendevano ad avere un comportamento più pacato, riflettendo la tranquillità e le abitudini del loro umano. Al contrario, cani giocherelloni e iperattivi appartenevano spesso a persone dinamiche ed estroverse.
“Quando gli esseri umani affrontano grandi cambiamenti o invecchiano, i tratti della loro personalità possono cambiare. Abbiamo scoperto che questo accade anche ai cani, in misura sorprendentemente simile”, ha affermato William Chopik, autore principale dello studio. Questo fenomeno si spiega con il principio dell'“accoppiamento assortativo”, studiato in molte specie e perfino nelle piante.
Secondo Klaus Jaffe, scienziato dell’Universidad Simón Bolívar in Venezuela, "affinché gli organismi sessuali abbiano successo, devono scegliere un partner che gli somigli". E questo principio non si applica solo alle relazioni amorose, ma anche a quelle tra esseri umani e animali domestici. Del resto, come ha giustamente sottolineato Michael Roy, "Ci circondiamo di persone che ci somigliano in qualche modo. Il miglior indicatore di amicizie e relazioni durature è la somiglianza".
E dunque, se vi ritrovate a passeggiare con il vostro cane e qualcuno vi fa notare che vi somigliate, sappiate che la scienza è dalla vostra parte. Non si tratta di coincidenze o di casualità, ma di una naturale inclinazione umana a circondarsi di ciò che è familiare e rassicurante. Che sia l'effetto della mera esposizione, dell'“accoppiamento assortativo” o del semplice affetto che ci lega ai nostri amici pelosi, una cosa è certa: in fondo, siamo tutti un po' cani. E, diciamocelo, non è affatto una brutta cosa!