Legare la bicicletta a un palo, a un albero o a una panchina potrebbe presto costare caro, fino a 800 euro, anche in città dove questa abitudine è radicata da decenni. A far scattare l’allarme è la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la piena legittimità del regolamento introdotto dal Comune di Cagliari, dove è vietato incatenare biciclette e motocicli a infrastrutture pubbliche non destinate alla sosta.
Addio bici ai pali? Rischio multa fino a 800 euro anche nella città delle due ruote
Una decisione che ora fa scuola e accende i riflettori su realtà come Ferrara, capitale delle due ruote, dove una norma simile esiste già, sebbene pochi ne fossero consapevoli. L’articolo 22 del regolamento di polizia urbana ferrarese infatti stabilisce che le biciclette debbano essere parcheggiate esclusivamente negli spazi appositi, vietando di legarle ad “alberi, arbusti, monumenti e manufatti dell’arredo urbano”.
Tuttavia, la distanza tra ciò che è scritto e ciò che viene effettivamente fatto è notevole: molti cittadini non hanno mai sentito parlare di questa regola e ancora meno hanno avuto esperienza diretta di sanzioni. “Una multa per aver legato la bici a un palo non mi è mai capitata e non conosco nessuno a cui è stata fatta. E per fortuna, perché non sarei d’accordo. Se la bici non dà fastidio, dov’è il problema?”, racconta un residente di Ferrara, riassumendo il pensiero di chi invoca il buon senso come criterio principale.
La città si ritrova così divisa tra chi sostiene la necessità di ordine e decoro urbano e chi teme che l’applicazione rigida del regolamento possa complicare inutilmente la vita quotidiana, soprattutto in un luogo dove pedalare è parte integrante della routine. Il nodo cruciale, secondo molti, è la scarsità di rastrelliere, ritenute insufficienti rispetto al numero di biciclette circolanti. “Le multe le trovo giuste solo se la bici crea intralcio. Ma se è legata con criterio, senza bloccare passaggi o cancelli, non vedo perché punire. È una questione di buon senso”, osserva un’altra cittadina, sottolineando l’importanza di distinguere tra comportamento incivile e semplice necessità.
La sentenza del Consiglio di Stato ha però aperto la strada a un possibile giro di vite, e molti ora temono che Ferrara possa seguire l’esempio del capoluogo sardo in maniera più rigorosa. Nel frattempo, cresce la richiesta di una strategia equilibrata, che contempli sia il rispetto delle regole sia un aumento concreto delle aree dedicate al parcheggio delle due ruote.