Esteri

La Banca nazionale svizzera abbassa il tasso di interesse di 0,25 punti

Redazione
 
La Banca nazionale svizzera abbassa il tasso di interesse di 0,25 punti
La Banca nazionale svizzera, l'istituto centrale elvetico, ha deciso di abbassare di 0,25 punti il suo tasso guida, portandolo all'1,00%.
La mossa comunicata questa mattina, nell'ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria, è in linea con le attese degli analisti, che in modo pressoché unanime si aspettavano una riduzione di tale portata. Non veniva comunque totalmente escluso nemmeno un taglio ancora più massiccio, di 0,50 punti, soprattutto dopo che la settimana scorsa la Federal Reserve era intervenuta allo stesso modo.

La Banca nazionale svizzera abbassa il tasso di interesse di 0,25 punti

Per la BNS si tratta di contrastare le pressioni al rialzo sulla moneta elvetica: se il franco forte è stato un aiuto durante il periodo di inflazione dilagante, in quanto alleviava i prezzi dei beni provenienti dall'estero, in tempi di calo del rincaro la sua funzione passa in secondo piano e sotto i riflettori finiscono le difficoltà dell'industria di esportazione, confrontata ad esempio con un corso dell'euro che, al momento, è di circa 0,95 franchi, non lontano quindi dai minimi assoluti.

Tanto più che la congiuntura elvetica fatica a riprendersi, zavorrata dallo scarso dinamismo dell'economia globale e in particolare dell'Eurozona, Germania in primis.
Va peraltro sottolineato come la Banca nazionale si muova in un contesto elvetico che vede un rallentamento della crescita dei prezzi. L'inflazione ha toccato un massimo dell'anno in aprile e in maggio, all'1,4%, ed è poi scesa sino all'1,1% in agosto: si trova quindi quasi perfettamente al centro della fascia di obiettivo che la BNS considera di stabilità, cioè un rincaro compreso fra 0% e 2%.

Per frenare la progressione dei prezzi la BNS fra il 2022 (inflazione media annua al 2,8%) e il 2023 (rincaro al 2,1%) aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Lo scorso 21 marzo, constatando che l'inflazione era scesa sotto il 2%, la banca aveva proceduto a un taglio del costo del denaro, che era sceso all'1,50%.
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