Buongiorno Italia, buongiorno Maria, diceva Toto Cutugno nell'inno informale del nostro Paese.
Laddove, cerchiamo di applicare uno dei principi della semantica, nella stessa strofa si uniscono, a simbolo di un eterno connubio, l'Italia ad un nome - Maria, mica Samantha, Jessica o Sarah con l'h - che traduce il nostro forte legame con le tradizioni.
Diciamo questo perché, da ieri, il buongiorno che è stato dato all'Italia è in perfetta aderenza con le tradizioni, ovvero un aumento per tariffe che molti di noi pagano quotidianamente.
Come quelle che, con garbo e diplomazia, ha deciso di comunicare al popolo italico Autostrade per l'Italia. Che, però, al netto di garbo e diplomazia, sempre un aumento sono.
2025: l'anno inizia all'insegna degli aumenti delle tariffe
Forse non eclatante, forse non di quelli che stravolgono i portafogli, ma sempre aumenti restano e, come sempre, a pagarne le conseguenze maggiori sono quelle persone che si chiedono come mai, alla fine, ad avere la peggio è la gente comune.
Riepilogando: da ieri gli utenti di Autostrade per l’Italia devono pagare l'1,8% in più rispetto a quel che sborsavano sino al 31 dicembre, rispettando il tasso programmato di inflazione per il 2025 dei pedaggi. Se si pensa all'ampiezza della rete di Autostrade per l'Italia e le tratte di sua competenza, si capisce che l'aumento, sebbene contenuto, riguarderà milioni per persone che, come diceva il grande economista Totò, confermeranno che il è il totale che fa la somma, cioè aumentando in modo esponenziale gli incassi ai caselli.
Non facciamoci ingannare dai numeri, ma andiamo al sodo, perché l'aumento dei pedaggi autostradali riguarda solo i 2.800 chilometri di Autostrade per l'Italia e sulla Napoli-Pompei-Salerno e non invece quelli gestiti da altre 22 concessionarie. Magra soddisfazione, poi, leggere che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti abbia sottolineato che non c'è stata alcuna ''stangata'', spiegando che, senza gli sconti, l'aumento delle tariffe sarebbe stato del 3%. E siccome quando piove può anche grandinare, ecco che bisogna prendere atto che quello delle tariffe di Autostrade per l'Italia è solo un tassello di una situazione che vede anche altri aumenti, che contribuiscono a rendere un po' più cupo l'orizzonte degli italiani che, se devono pagare di più alcuni servizi, non riescono ad alimentare la loro tradizionale propensione al risparmio, quella dotazione messa da parte per le emergenze o per le spese voluttuarie. Perché se ci sono meno soldi, di quali risparmi da accantonare parliamo?
E siccome in Italia a pagare sono sempre, in ordine sparso, automobilisti, fumatori, utenti delle televisioni e altre categorie di derelitti, anche sul fronte delle assicurazioni non è che ci sia molto da ridere o anche soltanto sorridere. Perché l'aumento delle tariffe Rc è strisciante, ma alla fine s'avverte, eccome.
Secondo i dati dell’Osservatorio di Facile.it, a dicembre 2024 per assicurare un veicolo a quattro ruote occorrevano, in media, 643,95 euro, vale a dire il 6,19% in più rispetto a dodici mesi prima. Con tanti cari saluti alla soglia di salvaguardia dei bilanci domestici del tasso di inflazione.
Un andamento che, secondo Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it, che sembra cominciare ad essere positivo. ''Il rallentamento dell’inflazione e la stabilizzazione dei tassi di sinistrosità stanno sicuramente iniziando ad avere i primi effetti positivi sul fronte dei prezzi RC auto, che nel corso 2024, pur rimanendo elevati, hanno visto rallentare il loro trend di crescita - dice Ghizzoni - Se il contesto economico rimarrà stabile, ci aspettiamo che gli effetti positivi si trasmettano integralmente sul mercato RC auto e che la curva di prezzi possa tornare a stabilizzarsi. In un contesto come questo, confrontare le offerte di diverse compagnie può rivelarsi fondamentale per individuare il prodotto più adatto alle proprie esigenze e risparmiare''.
A patto che gli automobilisti non abbiano dichiarato, nel corso del 2024, un sinistro di cui si sono assunti la responsabilità. Cosa che comporterà, per 585.000 automobilisti italiani, un peggioramento della propria classe di merito e quindi un aumento del costo per l'assicurazione.