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Lusso e sperimentazione: l'Arabia Saudita ridisegna il mercato dell'arte

Barbara Bizzarri
 
Lusso e sperimentazione: l'Arabia Saudita ridisegna il mercato dell'arte

FOTO: Ali LajamiCC BY 2.0

L’Arabia Saudita si apre all’arte con risultati altalenanti, seppur "l’appetito e la sete" per i beni, in particolare di lusso, sembri in crescita costante, come ha affermato Ashkan Baghestani, responsabile delle vendite di belle arti di Sotheby's, il cui primo appuntamento nel Paese, Origins: Modern and Contemporary Art, che si è svolto nel febbraio scorso nella storica Diriyah, sito Unesco e centro simbolico della storia del Regno, ha segnato un ingresso strategico della Casa d’aste nel mercato saudita.

Lusso e sperimentazione: l'Arabia Saudita ridisegna il mercato dell'arte

Tuttavia l’evento non ha del tutto registrato l’entusiasmo sperato: molti lotti sono stati battuti vicino alle stime minime e alcune opere sono rimaste invendute, segnalando un’accoglienza più cauta rispetto alle aspettative.
Il catalogo, con una selezione che spaziava tra modernismo occidentale, arte araba contemporanea e beni di lusso, mirava a intercettare un pubblico eterogeneo, affiancando nomi del calibro di Magritte, Picasso, Warhol e Botero a figure chiave della scena mediorientale, tra cui Al Saleem, Radwi e Kayyali.

Nonostante l’ampiezza delle proposte, il risultato complessivo, poco oltre i 17 milioni di dollari, riflette un mercato ancora in fase di rodaggio. L’evento ha introdotto alcune novità significative, come la possibilità di pagare in criptovaluta e una sessione inaugurale esclusiva su invito, in contrasto con la consuetudine di aste pubbliche aperte. La conduzione di Oliver Barker ha saputo mantenere alta l’energia, ma alcune opere attese dai collezionisti occidentali hanno faticato a trovare acquirenti.

Tra i lotti di maggior rilievo, Society Woman di Botero ha rispettato le previsioni con un’aggiudicazione a 1 milione di dollari, mentre la sua scultura Man on Horse è rimasta senza offerte. L’État de veille di Magritte ha invece superato la stima massima, raggiungendo 1,2 milioni di dollari, così come Subject to Availability di Banksy.

Da segnalare il record d’asta per Louay Kayyali, il cui Then What ?? ha toccato i 900.000 dollari, mentre The Light Underneath di James Turrell ha sorpreso con un exploit da 660.000 dollari, ben oltre le aspettative. Non tutti i lotti, tuttavia, hanno trovato mercato: opere di Severini e Delvaux sono rimaste invendute, così come Machine Hallucinations – Space | Chapter II: Mars di Refik Anadol, che ha sfiorato ma non superato la base d’asta di 800.000 dollari.

Sul fronte del lusso e del memorabilia sportivo, alcuni pezzi hanno riscosso maggiore successo: la maglia di Michael Jordan ha sfiorato il milione di dollari, mentre la Birkin Himalaya ha confermato il suo status iconico con un’aggiudicazione a 336.000 dollari. Meno brillante la performance di un Richard Mille, che non ha raggiunto le aspettative, a differenza degli orecchini Graff con diamanti, venduti per 780.000 dollari. Se da un lato l’asta segna un punto di svolta per Sotheby’s nella regione, dall’altro i risultati evidenziano le sfide di un mercato in fase di consolidamento.

Il test saudita suggerisce che l’interesse per l’arte moderna e contemporanea c’è, ma necessita di una costruzione più solida della domanda e fiducia tra i collezionisti locali e internazionali. Per ottenere questo duplice scopo ha avuto luogo, una decina di giorni fa, From then to now, il tema curatoriale scelto da Sebastian Betancur-Montoya e da Manal Al-Harbi per la sesta edizione di Tuwaiq Sculpture, festival saudita dedicato alla scultura in pietra.

Una linea guida dunque per il lavoro dei 30 artisti internazionali che per circa tre settimane hanno estratto dalla pietra forme complesse, giocose, naturali e non, dando vita a un simposio in cui il materiale diventa un ponte tra passato, from then, al presente: to now. A riprova del profondo interesse locale per le giovani generazioni, il Festival ha introdotto un programma di apprendistato per avvicinare i giovani alla lavorazione della pietra. Dieci artisti emergenti e studenti, selezionati tramite una call, hanno avuto l'opportunità di essere seguiti da esperti mentre scolpivano per la prima volta materiali come granito e basalto.

Un’esperienza formativa unica, sottolinea la direttrice Sarah Alruwayti, che ha permesso loro di acquisire nuove competenze artigianali. Nel futuro di Tuwaiq Sculpture, come ha raccontato la direttrice, è prevista la sperimentazione "con diversi mezzi espressivi. Ci sto riflettendo da molto tempo, ma ho sempre avuto delle preoccupazioni, soprattutto riguardo alla manutenzione e al cambiamento di alcuni principi. Tuwaiq Sculpture sarà sempre un simposio sulla pietra, ma mi piacerebbe vedere una contaminazione, ad esempio tra la pittura e la pietra. L’uso di colori diversi. So che stiamo già mescolando diverse tonalità di granito, ma mi piacerebbe vedere anche l’integrazione dell’acciaio. In questa edizione, infatti, uno degli artisti, Juan Caicedo, che viene dalla Colombia, ha utilizzato l’acciaio per la prima volta. All’inizio ero un po’ sorpresa, ma credo che il risultato sia stato straordinario e mi aspetto di vedere nuove contaminazioni in futuro".

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