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Osservatorio AgCom: l'Italia corre verso la fibra, tv e stampa arrancano

Redazione
 

Fibra in crescita, TV e stampa in crisi: è un’Italia che cambia, quella fotografata dall’ultimo Osservatorio sulle Comunicazioni dell’AgCom, uno strumento fondamentale per comprendere le dinamiche che stanno plasmando il mercato delle telecomunicazioni, delle infrastrutture digitali e dei consumi mediatici in Italia. I dati evidenziano infatti trasformazioni significative, sia tecnologiche che comportamentali, che stanno ridisegnando il panorama delle comunicazioni.

Osservatorio AgCom: l'Italia corre verso la fibra, tv e stampa arrancano

Al 30 settembre 2024, il numero di accessi alla rete fissa in Italia si attestava a 20,25 milioni, un dato stabile rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, dietro questa apparente staticità si celano cambiamenti rilevanti. Le linee in rame, una tecnologia ormai obsoleta, continuano a diminuire: 150 mila linee in meno rispetto al trimestre precedente e una perdita complessiva di 700 mila rispetto al 2023. Dal 2020, il declino è stato marcato, con una riduzione di 4,6 milioni di accessi. Parallelamente, le tecnologie avanzate continuano a guadagnare terreno. Gli accessi FTTC (Fiber to the Cabinet) rappresentano ancora il 45,9% della base clienti, nonostante una lieve flessione annuale di 670 mila linee. L'FTTH (Fiber to the Home), invece, registra una crescita costante: +290 mila linee su base trimestrale e +1,18 milioni su base annua, portando l'incremento totale dal 2020 a 3,86 milioni di accessi. Anche le linee Fixed Wireless Access (FWA) mostrano un trend positivo, con un aumento di 220 mila accessi annui, raggiungendo quota 2,3 milioni.

Questi cambiamenti si riflettono in una maggiore qualità del servizio. Le linee con velocità pari o superiori a 100 Mbit/s rappresentano ora il 76,5% del totale, rispetto al 48,8% del 2020. Ancora più significativo è il dato sulle linee con capacità trasmissiva ≥1 Gbit/s, salite dal 7,6% al 26,2% nello stesso periodo. L'evoluzione tecnologica è accompagnata da un aumento esponenziale del consumo di dati. Nei primi nove mesi del 2024, il traffico medio giornaliero è cresciuto del 16,2% rispetto al 2023 e del 68,8% rispetto al 2020. Il consumo medio giornaliero per linea broadband è passato da 5,88 GB nel 2020 a 9,30 GB nel 2024, segnando un incremento del 58,3%.

Tim si conferma leader nel segmento broadband e ultra-broadband con una quota di mercato del 36,4%, seguita da Vodafone (16,1%), Wind Tre (14,3%) e Fastweb (13,3%). Sky Italia, pur con una quota limitata al 3,8%, si distingue per il dinamismo, avendo guadagnato 0,6 punti percentuali su base annua. Gli operatori di minori dimensioni continuano a crescere, rappresentando ora oltre il 9% del mercato. Nel segmento delle linee in fibra, Tim domina con il 26,3% del mercato, seguita da Wind Tre (17,2%), Vodafone (17,1%) e Fastweb (15,4%). Iliad e Sky Italia completano il quadro con quote rispettivamente del 5,7% e del 5,5%, segnalando una competizione sempre più frammentata. Il numero di SIM attive ha raggiunto i 109 milioni a settembre 2024, con un incremento di oltre 500 mila unità su base annua. Questo aumento è trainato dalle SIM M2M (Machine to Machine), cresciute di 730 mila unità, mentre le SIM Human hanno registrato una lieve flessione (-220 mila). Tra gli operatori mobili, Tim guida con una quota di mercato del 27,1%, seguita da Vodafone (26,4%), Wind Tre (23,7%) e Iliad (10,5%). PostePay e Fastweb completano il quadro con quote rispettivamente del 4% e del 3,7%. Per quanto riguarda il traffico dati, il consumo medio giornaliero per SIM ha raggiunto 0,86 GB, un aumento del 12,1% rispetto al 2023 e del 150% rispetto al 2020.

Questo dato riflette la crescente dipendenza degli utenti dai servizi mobile per la fruizione di contenuti digitali.
Per quanto riguarda il panorama televisivo, sebbene nei primi nove mesi dell'anno si sia registrata una lieve crescita negli ascolti rispetto al 2023, questo incremento è attribuibile principalmente a eventi straordinari, come i Campionati Europei di calcio e i Giochi Olimpici di Parigi. Eventi di questa portata hanno attirato l'attenzione di milioni di spettatori, mascherando però un declino strutturale di lungo periodo che continua a caratterizzare il settore. Rispetto al 2020, gli ascolti medi giornalieri nel 2024 mostrano una contrazione significativa: -1,84 milioni di spettatori nell'arco dell'intera giornata (-18,5%) e -3,96 milioni nel "prime time" (-17,4%). Il confronto con il 2019, l'ultimo anno pre-pandemia, accentua ulteriormente la portata del fenomeno, segnalando perdite rispettivamente di 900 mila e 2,2 milioni di spettatori. Questo calo riflette un cambiamento nelle abitudini di consumo, con gli italiani che si orientano sempre più verso piattaforme digitali e contenuti on-demand. La Rai mantiene la leadership negli ascolti medi giornalieri per l'intera giornata con 3,01 milioni di spettatori, seguita da Mediaset con 2,96 milioni.

Tuttavia, entrambe le concessionarie hanno subito perdite significative rispetto al 2020, rispettivamente del 21,5% e del 14,6%. Anche lo share complessivo segue una dinamica analoga: sebbene la Rai rimanga in testa con il 37,1%, il divario con Mediaset si è ridotto rispetto agli anni precedenti. Gruppi televisivi minori, come WB/Discovery e Cairo Communication/La7, stanno guadagnando terreno, con incrementi rispettivi del 12,1% e del 9,8% rispetto al 2023. Tuttavia, rispetto al 2020, il loro peso complessivo è diminuito, riflettendo le difficoltà generali del settore televisivo tradizionale. eventi sportivi del 2024, raggiungendo una media giornaliera di 7,26 milioni di spettatori (38,7% di share). Mediaset, invece, ha registrato una contrazione di circa 380 mila spettatori, con una media di 6,63 milioni (35,3% di share). Tra i canali emergenti, Nove ha segnato una crescita straordinaria del 47,7% nel "prime time", dimostrando la capacità di attrarre un pubblico più ampio grazie a una programmazione diversificata. Anche i telegiornali nazionali riflettono il calo generale degli ascolti. Il TG1 delle 20:00 rimane il più seguito con 4,08 milioni di spettatori, ma registra un calo del 3,7% rispetto al 2023. Nella fascia diurna, il TG1 delle 13:30 continua a essere leader con 3,07 milioni di spettatori, nonostante una contrazione generale degli ascolti di oltre 300 mila unità (-2,4%).

Infine l'editoria italiana, che continua a fronteggiare una crisi profonda e strutturale. Nei primi nove mesi del 2024, le vendite giornaliere medie dei quotidiani si sono attestate a 1,29 milioni di copie, registrando una flessione del 9,4% rispetto al 2023. Il confronto con il 2020 è ancora più drammatico, evidenziando una perdita del 30% delle vendite complessive. Le copie cartacee, che rappresentano ancora la maggior parte delle vendite, stanno vivendo un declino inesorabile. Nel 2024, le vendite giornaliere sono scese a 1,10 milioni, segnando un calo del 9,4% rispetto al 2023 e del 32,8% rispetto al 2020. Questa tendenza colpisce sia le testate nazionali che quelle locali, con perdite rispettive del 9,2% e del 9,8% su base annua. Guardando al periodo 2020-2024, le testate nazionali hanno perso il 29% delle vendite, mentre quelle locali hanno subito una contrazione ancora maggiore del 31,3%. Nonostante rappresentino una potenziale via di salvezza per il settore, le edizioni digitali non mostrano segni di crescita significativa. Nei primi nove mesi del 2024, le vendite medie giornaliere si sono fermate a 190 mila copie, con una crescita modesta rispetto al 2020. Il mercato digitale rimane dominato da poche testate principali, tra cui "Corriere della Sera", "Il Sole 24 Ore", "La Repubblica", "Il Fatto Quotidiano" e "La Stampa", che insieme rappresentano quasi il 60% delle vendite digitali complessive.

Il panorama è guidato da Cairo/RCS, che detiene il 19,1% del mercato grazie a testate come "Corriere della Sera" e "La Gazzetta dello Sport". Seguono GEDI (14,7%), Caltagirone Editore (9,2%) e Monrif Group (7,8%). Il "Corriere della Sera" si conferma leader indiscusso, con 62,5 milioni di copie vendute negli ultimi 12 mesi, superando "La Repubblica" e "La Stampa", che insieme totalizzano 57,6 milioni di copie. Parallelamente al declino dell'editoria tradizionale, l'utilizzo delle piattaforme online continua a crescere. A settembre 2024, 44,3 milioni di italiani hanno navigato in rete, trascorrendo in media oltre 71 ore al mese online. Tuttavia, il mercato digitale è dominato da grandi player internazionali come Google, Meta e Amazon, che monopolizzano la scena e lasciano poco spazio agli editori nazionali. Tra i siti informativi, "La Repubblica" si distingue con una crescita del 7,4% rispetto al 2023, raggiungendo quasi 30 milioni di utenti unici, seguita dal "Corriere della Sera" (28,2 milioni) e "Il Messaggero" (20,8 milioni). Le piattaforme di video on-demand a pagamento, come Netflix e Amazon Prime Video, continuano ad attrarre utenti, con Netflix che registra 8,1 milioni di utenti unici medi nei primi nove mesi del 2024, nonostante un lieve calo del tempo di navigazione (-7,3%). Amazon Prime Video, invece, cresce dell'8,1%, consolidando la sua posizione nel mercato.

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