Cultura

Adele, “Million Years Ago” e il caso di plagio: quando le note dividono il mondo musicale

Redazione
 

È una delle tracce più intime e malinconiche dell'album ''25'' di Adele, ''Million Years Ago'', le cui note risuonano da anni nei cuori dei fan di tutto il mondo.
Oggi, quelle stesse note si trovano al centro di una controversia che getta un’ombra sul successo dell’artista britannica. Il tribunale commerciale di Rio de Janeiro ha infatti emesso una sentenza che accusa il brano di plagio nei confronti di ''Mulheres'', iconica composizione del musicista brasiliano Toninho Geraes.

Adele, “Million Years Ago” e il caso di plagio: quando le note dividono il mondo musicale

''Una pietra miliare della musica brasiliana'', l’ha definita Fredimio Trotta, avvocato dell’artista.
La decisione prevede il ritiro globale della canzone, coinvolgendo piattaforme di streaming, supporti digitali e ogni altra forma di distribuzione. La notizia, clamorosa, è stata resa pubblica dopo la sentenza del giudice Victor Torres, che ha ordinato alle filiali brasiliane di Sony e Universal, etichette discografiche di Adele, di cessare immediatamente qualsiasi utilizzo commerciale di ''Million Years Ago''.
Una decisione controversa, secondo le case discografiche che rischiano multe fino ad ottomila dollari per ogni inadempienza, e contro cui le etichette stanno già preparando appello. Tecnicamente, le due canzoni condividono una struttura armonica comune: entrambe si basano su una progressione discendente tipica del cerchio delle quinte, una formula già ampiamente utilizzata in innumerevoli brani.

La melodia, ripetitiva. evoca inevitabilmente altri capolavori come ad esempio “Autumn Leaves” o “Fly Me to the Moon”. Un cliché musicale consolidato, dunque, che poco, o nulla, ha a che fare con il plagio vero e proprio. C’è però da dire che anche il suono delle parole, ''Mulheres'' e ''Million Years'', potrebbe aver suggerito inconsciamente (o consciamente, chissà) ad Adele un’idea melodica affine.
Un fatto non raro nella musica, dove l’originalità assoluta è sempre più difficile da rivendicare. Dopo tutto, a ben guardare (anzi, a ben sentire), tutta la musica è potenzialmente plagio! Le note sono sette, le progressioni armoniche limitate e la storia è piena di brani che si somigliano. Finanche grandi compositori come Mozart e Stravinskij hanno spesso “citato” opere precedenti, trasformandole in qualcosa di nuovo. Pensiamo a Beethoven con le sue “Variazioni” costruite sulle note di Diabelli, o a Richard Strauss che, nel suo “Métamorphoses” cita il tema dell’“Eroica” di Beethoven. O alle musiche del balletto “Pulcinella” di Stravinskij, che pesca dalle note di Pergolesi (e non solo). Certo, magari in un’epoca in cui i musicisti erano davvero musicisti, e non improvvisati dell’ultim’ora sfornati da uno dei tantissimi talent show con intelligenza artificiale e autotune al seguito, finanche quella del copiare era un’arte.

Ad “aggravare” la posizione di Adele vi è, però, un altro precedente. Perché questa non la prima accusa di plagio che colpisce “Million Years Ago”. Già nel 2015, il brano era finito nel mirino di critici turchi per la presunta somiglianza con “Acilara Tutunmak”, una canzone del cantante curdo Ahmet Kaya, registrata nel 1985. Anche in quel caso, la melodia evocava atmosfere simili, sollevando polemiche accese sui social media turchi. Tuttavia, all’epoca fu addirittura la stessa moglie di Kaya che la difese, definendo improbabile che una star internazionale potesse copiare intenzionalmente un pezzo così specifico. Volendo esser cinici, si potrebbe sospettare che l’accusa di Toninho Geraes non sia altro se non un’opportunità per ottenere visibilità internazionale. Perché diciamolo chiaramente: prima di questa vicenda, la sua “Mulheres” era praticamente sconosciuta ai più al di fuori del Brasile, menbtre ora il brano ha attirato l’attenzione globale, con un inevitabile incremento di ascolti e guadagni.La questione di fondo resta aperta: ''Million Years Ago'' è un plagio o una coincidenza dettata dalla natura ciclica della musica? La risposta, forse, non è così semplice.

La musica vive di contaminazioni, di influenze reciproche che si intrecciano e si evolvono nel tempo. Accuse come questa ci ricordano quanto sia fragile l’equilibrio tra originalità e tradizione, soprattutto in un’epoca in cui la musica è globale e facilmente accessibile. In questa vicenda, né Adele né Toninho Geraes sembrano emergere come veri vincitori. L’arte, nel suo significato più puro, dovrebbe trascendere dispute legali e puntare a unire, non a dividere. Ma, nel panorama attuale, il confine tra ispirazione e plagio resta un terreno minato, dove anche una nota può fare la differenza.

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