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A1, un pomeriggio di ordinaria follia

Redazione
 
A1, un pomeriggio di ordinaria follia
Barberino del Mugello, 15 ottobre 2025, ore 16:15. Dopo quasi due ore di immobilità assoluta, le ruote finalmente cominciano a muoversi. Non per miracolo, ma perché l’autostrada più cara d’Italia ha deciso di restituirci, con la consueta lentezza, un briciolo di normalità. La scena, però, resterà impressa, chilometri di auto parcheggiate in fila perfetta, motori spenti, gente che passeggia sull’asfalto come in una sagra improvvisata del disagio. Un autista (nella foto) che sta per perdere ogni speranza, seduto sul paraurti anteriore del suo camion.

A1, un pomeriggio di ordinaria follia

L’episodio, degno di un remake tutto italiano di “Un giorno di ordinaria follia”, si è consumato sull’A1, tra Calenzano e Barberino del Mugello, dove intorno alle 14:40 due tir si sono scontrati all’altezza del km 258, in direzione Bologna. Risultato: tratto chiuso, circolazione paralizzata, migliaia di automobilisti ostaggi dell’asfalto e dell’inefficienza.

Per due ore, il silenzio dell’autostrada è stato rotto solo dai clacson e dai commenti sconsolati di chi, dopo aver pagato pedaggi da prima classe, si è ritrovato prigioniero in un non-luogo senza servizi, informazioni o alternative. L’inferno autostradale si misura ormai non solo in chilometri di coda, ma in nervi consumati e tempo rubato.



Ci si interroga, come ogni volta, su dove finiscano i soldi dei pedaggi record e perché il sistema delle autostrade italiane sembri vivere in un eterno stato di emergenza, tra lavori infiniti, corsie chiuse e gestione frammentata. Mentre il traffico riparte a passo d’uomo, rimane la sensazione amara di un Paese dove l’autostrada, simbolo di modernità, è diventata metafora del suo contrario: immobilità, disservizio e rassegnazione.

Chi ha vissuto questo pomeriggio di ordinaria follia sull’A1 difficilmente lo dimenticherà. Ma tra un pedaggio pagato e l’altro, la domanda resta sempre la stessa: possibile che in Italia per arrivare da Firenze a Bologna serva più pazienza che benzina?

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