Zalone batte Cameron ma perde il tocco magico: il paradosso di "Buen Camino"

di Redazione

Il giorno di Natale del 2025 passerà alla storia del cinema italiano come quello del "sorpasso impossibile". Mentre James Cameron cercava di incendiare le sale con il suo Avatar: Fuoco e Cenere, Luca Medici, in arte Checco Zalone, ha risposto con la forza d’urto di un pellegrinaggio che sa di restaurazione. 5,6 milioni di euro incassati in sole 24 ore, il miglior Natale di sempre per il box office tricolore. Eppure, dietro il fragore delle monete che cadono nei registratori di cassa, si avverte il rumore di un incantesimo che si è spezzato.

Dopo l’ambizioso e divisivo Tolo Tolo (2019), dove la regia solitaria e la collaborazione con Paolo Virzì avevano spinto Medici verso una satira politica graffiante e scomoda, Buen Camino segna il ritorno al porto sicuro. Riabbracciando Gennaro Nunziante dietro la macchina da presa, Zalone dismette i panni del migrante per indossare quelli del "figlio di papà".

Il suo nuovo alter ego è un ereditiero tracotante, un "Paperon Zalone" che sperpera i soldi dell'industria paterna tra servitù trattata con sufficienza e una compagna-trofeo. Ma è qui che il film mostra il primo fianco scoperto: manca la cattiveria. La maschera zaloniana, un tempo spietata nel mettere a nudo le bassezze dell'italiano medio, oggi appare addolcita, quasi ansiosa di farsi perdonare dal pubblico e dalla figlia (coprotagonista del film) prima ancora di aver peccato davvero.

Zalone ha dichiarato di voler riportare i giovani in sala, sfidando la velocità dei social. Ma Buen Camino non è il film che parla alla Generazione TikTok; è, semmai, un ritorno al "cinepanettone" più classico. Il ritmo è compassato, la scrittura sciatta, e i raccordi narrativi appaiono pigri: i pellegrini onnipresenti scompaiono magicamente appena la trama necessita di un momento di solitudine tra padre e figlia.

Nonostante i limiti creativi, il marchio Zalone resta l'unica vera "IP" (proprietà intellettuale) italiana capace di reggere il confronto con Hollywood. Con una media schermo di oltre 7.700 euro, Buen Camino ha letteralmente oscurato il kolossal di Cameron, che pure tiene bene con 10,5 milioni complessivi ma soffre il confronto con i capitoli precedenti.

Il Natale 2025 segna una crescita del +108% rispetto all'anno precedente. Gli italiani hanno scelto la maschera rassicurante di Checco rispetto agli alieni blu di Pandora, confermando che Luca Medici è l'unico capace di trasformare un film in un evento nazionale.

Se il botteghino celebra il trionfo, la critica resta alla finestra con l'amaro in bocca. Buen Camino sembra il frutto di una ritirata strategica: accantonate le velleità artistiche di Tolo Tolo, Medici è tornato a dare al pubblico ciò che il pubblico si aspetta. Ma nel farlo, ha sacrificato quella "godibile ferocia" che lo aveva reso un unicum nel panorama culturale italiano. Il cammino è iniziato col botto, ma la sensazione è che il Re del botteghino stia camminando all'indietro.

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