Esteri
World Media Headlines: Ucraina, Trump prepara la telefonata con Zelensky mentre i negoziati di pace restano al palo
di Redazione

In primo piano la guerra in Ucraina, con i riflettori che restano puntati sulla Casa Bianca. Come riferisce la CNN, il presidente Donald Trump ha annunciato di voler parlare a breve con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo settimane in cui l’iniziativa diplomatica verso una possibile fine del conflitto si è sostanzialmente arenata. “Avrò una conversazione con lui a breve e saprò più o meno cosa faremo. Gli parlerò nei prossimi giorni e vedremo”, ha dichiarato Trump, accanto al presidente polacco Karol Nawrocki nello Studio Ovale. La telefonata con Zelensky è stata fissata per giovedì, ha poi precisato la Casa Bianca, aggiungendo che al momento non è previsto alcun contatto con Vladimir Putin. Alla domanda su un possibile messaggio al leader russo, Trump ha lasciato intendere un monito: “Non ho alcun messaggio per il Presidente Putin. Lui sa dove mi trovo e prenderà una decisione in un modo o nell’altro. Qualunque sia la sua decisione, ne saremo felici o infelici. E se non saremo felici, vedrete cosa succederà”. Lo scenario resta incerto: da un lato la disponibilità di Putin a un incontro con Zelensky a Mosca – giudicata “inaccettabile” da Kiev – dall’altro le difficoltà di Washington nel rilanciare un dialogo. Secondo la CNN, Trump sta valutando se mantenere il suo ruolo di mediatore, mentre cresce la frustrazione per l’assenza di progressi concreti. Sulla stessa linea si muovono le dichiarazioni rilasciate a CBS News: il presidente americano ha ribadito di voler perseguire un accordo di pace, pur riconoscendo la complessità della sfida. “Qualcosa succederà, ma non sono ancora pronti. Ma qualcosa succederà. Lo faremo”, ha detto in un’intervista telefonica. Non ha nascosto l’insoddisfazione per l’ennesimo attacco russo a Kiev, costato la vita a quindici persone, tra cui quattro bambini, ma ha insistito sull’impegno a “risolvere tutto”. Il suo approccio – ha spiegato alla CBS – resta quello di riunire i leader chiave in una stanza e favorire un accordo diretto, anche a costo di non escludere alcuna opzione preliminare. Una strategia che richiede pazienza, ma che, a suo dire, ha già portato frutti in altri contesti diplomatici. Nel frattempo, dal Regno Unito arrivano segnali di sostegno. Come riportato dalla BBC, il ministro della Difesa britannico John Healey ha assicurato che gli alleati dell’Ucraina sono pronti a garantire sicurezza su terra, cielo e mare una volta raggiunto un accordo. “Aiuteremo a rendere sicuri i cieli, i mari e la terraferma”, ha dichiarato Healey, rimarcando che Mosca resta sotto pressione nonostante la dimostrazione di forza di Putin in Cina, accanto ai leader di Pechino e Pyongyang.
Lo sguardo si sposta poi al Medio Oriente, dove le prospettive di cessate il fuoco continuano a infrangersi. Secondo Haaretz, il governo israeliano ha respinto una nuova dichiarazione di Hamas, che si era detta pronta a un “accordo globale” per liberare tutti gli ostaggi israeliani in cambio della scarcerazione di un numero concordato di prigionieri palestinesi. L’apertura del movimento islamista arrivava dopo l’appello di Trump, che aveva esortato Hamas a restituire “immediatamente” i venti ostaggi ancora in suo possesso. Intanto le operazioni militari non si fermano: Al Jazeera riferisce che almeno 73 palestinesi sono stati uccisi mercoledì negli attacchi israeliani su Gaza, di cui 43 solo nella città principale. Parallelamente, Hamas ha fatto sapere di accettare la formazione di un’amministrazione nazionale indipendente per la gestione dell’enclave, ribadendo la disponibilità a una tregua complessiva che includa la liberazione di tutti i prigionieri israeliani. Sul fronte israeliano, il ministro della Difesa ha minacciato nuove ritorsioni contro gli Houthi dello Yemen, allargando così il perimetro della tensione.
Negli Stati Uniti, un altro fronte di scontro si è aperto davanti al Campidoglio. Come racconta la CNN, un gruppo bipartisan di legislatori si è unito a una dozzina di donne che hanno denunciato di essere state vittime di abusi da parte di Jeffrey Epstein. Tra loro, Anouska de Georgiou ha lanciato un appello diretto a Trump: “Lei ha così tanta influenza e potere in questa situazione. La prego di usarli per aiutarci”. Un’altra sopravvissuta, Haley Robson, ha chiesto al presidente di incontrarle di persona: “Così potrà capire che questa non è una bufala. Siamo esseri umani veri. Questo è un trauma reale”. Trump, però, ha liquidato la vicenda parlando di “bufala Epstein”, denunciando un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai suoi successi presidenziali. Una presa di posizione che ha contrastato con la forza delle testimonianze, rese in pubblico da donne che in molti casi non avevano mai trovato prima il coraggio di raccontare la propria esperienza. Infine, l’Europa è stata scossa da una tragedia che ha colpito il cuore turistico di Lisbona. Come riportato dal Guardian e dalla BBC, almeno 15 persone hanno perso la vita nel deragliamento e nello schianto della celebre funicolare Gloria, che collega il centro della capitale alla zona alta. Altre 18 persone sono rimaste ferite, cinque in condizioni gravi, tra cui un bambino. Le immagini mostravano i rottami del caratteristico veicolo giallo e bianco riversi su un fianco, accartocciati contro un edificio lungo una curva stretta. Secondo i media locali, a provocare il disastro sarebbe stato il distacco di un cavo, che avrebbe fatto perdere il controllo della corsa. Il Portogallo ha proclamato un giorno di lutto nazionale, mentre la procura ha aperto un’indagine per accertare le responsabilità, lavorando in coordinamento con polizia, autorità dei trasporti e società di gestione della funicolare. Una ferita profonda per una città abituata ad associare quel simbolo di ferrovia urbana al fascino del suo paesaggio collinare e non a un dramma collettivo.