In un’escalation senza precedenti dallo scoppio del conflitto tra Iran e Israele, il presidente americano Donald Trump ha annunciato che le forze armate statunitensi hanno colpito tre impianti nucleari iraniani.
Secondo quanto riportato da The Times, le forze statunitensi hanno impiegato bombardieri stealth B-2 per colpire i siti di Fordow, Natanz e Isfahan, centrali simboliche del programma nucleare iraniano. Il presidente Trump ha dichiarato: ''Questa operazione è un passo necessario per impedire all’Iran di minacciare il mondo con l’arma nucleare''.
La Associated Press ha confermato che gli attacchi sono stati coordinati con Israele e che si sono avvalsi di bunker-buster, bombe perforanti capaci di raggiungere strutture sotterranee. Fonti militari hanno sottolineato che l’operazione è durata meno di un’ora, colpendo con precisione chirurgica le infrastrutture.
Secondo il Washington Post, si è trattato di un attacco su vasta scala, orchestrato in risposta alla recente ripresa dell’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran oltre i limiti dell’accordo JCPOA, abbandonato da Trump nel 2018. Il Time ha parlato di un ''punto di svolta'', che segna l’ingresso ufficiale degli USA nella guerra regionale in Medio Oriente.
Sul fronte mediorientale, Al Jazeera ha riferito che l’Iran ha denunciato gli attacchi come «crimini di guerra» e ha lanciato l’allarme per il rischio di contaminazione radioattiva. L’agenzia iraniana Tasnim ha minimizzato i danni, sostenendo che solo una parte del sito di Fordow sarebbe stata colpita. The Guardian ha tracciato il quadro delle reazioni politiche negli Stati Uniti, dove si è levato un coro bipartisan di critiche. Il rappresentante democratico Sean Casten ha parlato di ''violazione della Costituzione" e di un’azione ''impeachable''.
La repubblicana Marjorie Taylor Greene ha denunciato su X che ''Trump ha appena trascinato l’America in una guerra senza autorizzazione del Congresso''. Il senatore Bernie Sanders ha definito l’operazione ''una tragedia annunciata''. Reuters ha evidenziato la reazione immediata dei mercati: impennata del prezzo del petrolio, nervosismo sugli indici azionari globali e rafforzamento del dollaro, mentre gli analisti temono l’instabilità a lungo termine.
In Israele, l’azione americana è stata accolta come un trionfo. Il premier Benjamin Netanyahu ha definito il raid ''un atto di coraggio che cambierà il destino della regione'', mentre il ministro della Difesa Yoav Gallant ha lodato Trump come ''l’uomo che ha reso il mondo più sicuro''. Lo stesso Gallant, in un’intervista a The Times, ha affermato che ''senza l'intervento americano, non saremmo riusciti a neutralizzare siti così protetti''. Secondo Business Insider, l’attacco è stato preceduto da un’imponente campagna israeliana per distruggere le batterie di difesa aerea iraniane. Oltre 70 sistemi S-300 sarebbero stati annientati, aprendo così la strada all’azione aerea americana.
Da Mosca, riferisce The Times, il presidente Vladimir Putin ha condannato duramente l’azione militare americana, definendola ''una follia geopolitica'', e ha offerto la mediazione russa per evitare un conflitto totale. Anche la Cina si è detta "profondamente preoccupata". In Europa, Die Welt in Germania ha riportato l’accaduto in modo neutrale, limitandosi a constatare che l’azione USA-Israele potrebbe cambiare le sorti del conflitto. In Francia, le agenzie stampa hanno parlato di un’operazione “rischiosa”, con riferimenti al pericolo ambientale in caso di dispersione radioattiva. CTV News Canada ha riferito che il governo di Ottawa sta monitorando la situazione e che vi è “preoccupazione crescente per le truppe canadesi di stanza in Iraq”. Nei Paesi arabi, il tono è stato acceso. L’Iran ha annunciato che considererà bersagli legittimi tutte le basi americane e britanniche nella regione. I miliziani Houthi, in Yemen, hanno promesso vendetta, mentre Hezbollah, segnala Al Jazeera, ha fatto sapere che ''ogni attacco sarà seguito da una risposta esponenziale''.