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Test medicina sotto accusa, Codacons prepara il ricorso al TAR

di Redazione
 
Test medicina sotto accusa, Codacons prepara il ricorso al TAR
Le recenti prove d'ammissione ai corsi di laurea a numero programmato in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sono finite al centro di una bufera che potrebbe metterne in discussione la validità. La causa scatenante è la pubblicazione di foto e video dei test sui canali web e social network mentre l'esame era ancora in corso. Un evento che, secondo il Codacons, non solo viola le normative vigenti, ma rappresenta una potenziale alterazione dell'esito finale della selezione.

Il cuore della contestazione sollevata dall'associazione dei consumatori riguarda la violazione del principio di segretezza della prova scritta. Questo principio è considerato fondamentale per garantire la parità di trattamento e l'integrità di un concorso pubblico, specialmente in un contesto così cruciale come l'accesso a Medicina.

La diffusione del contenuto dei test in corso d'opera compromette il meccanismo selettivo, in quanto: alterazione della competizione, i candidati che sono venuti a conoscenza, anche solo parzialmente, delle domande o delle risposte tramite i contenuti diffusi hanno ottenuto un vantaggio sleale rispetto agli altri; la potenziale alterazione della graduatoria danneggia gli studenti che hanno sostenuto la prova nel rispetto delle regole, rischiando di veder compromessa la loro possibilità di rientrare nei posti disponibili nella graduatoria nazionale e, di conseguenza, di proseguire gli studi.

Il Codacons ha annunciato di stare valutando la possibilità di presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio per conto di tutti gli studenti che hanno sostenuto la prova. L'obiettivo è chiedere alla giustizia amministrativa di pronunciarsi sulla legittimità e sulla validità dell'esame stesso, alla luce delle gravi violazioni riscontrate.

Non è la prima volta che i test d'ammissione finiscono sotto la lente d'ingrandimento della giustizia amministrativa. Negli anni passati, ricorsi basati su irregolarità quali l'utilizzo di smartphone, la violazione dell'anonimato o la presenza di quesiti errati hanno spesso portato a sentenze che hanno ammesso studenti in sovrannumero o, in casi estremi, all'annullamento parziale delle prove. La violazione della segretezza è una delle casistiche più rilevanti, poiché incide direttamente sulla regolarità della procedura concorsuale nel suo complesso.

Secondo quanto emerso, anche il Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) sembrerebbe monitorare la situazione, con alcune fonti che riportano la sua disponibilità a considerare l'annullamento degli esami in presenza di irregolarità provate.

Gli occhi sono ora puntati sul Codacons e sui termini per la presentazione del ricorso. Gli studenti coinvolti e l'opinione pubblica attendono di sapere se le violazioni riscontrate saranno sufficienti per portare all'annullamento (totale o parziale) della prova o, quanto meno, a una revisione che tuteli la posizione dei candidati danneggiati.

La vicenda sottolinea, ancora una volta, la necessità di garantire la massima trasparenza e sicurezza nelle procedure di accesso ai corsi di laurea a numero chiuso, data l'importanza che rivestono per il futuro professionale di migliaia di giovani.
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