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Caos a Milano: la Stazione Centrale trasformata in campo di battaglia dopo il corteo pro-Gaza

di Redazione
 
Caos a Milano: la Stazione Centrale trasformata in campo di battaglia dopo il corteo pro-Gaza

Una manifestazione che ha portato oltre diecimila persone in piazza si è conclusa con scene di guerriglia urbana, trasformando uno dei principali snodi ferroviari d'Italia in un teatro di scontri e disagi. Quello che era iniziato come un corteo pacifico a sostegno della causa palestinese, con la partecipazione di studenti, famiglie e attivisti, è degenerato in violenza e vandalismo all'ingresso della Stazione Centrale di Milano.

I manifestanti, dopo ore di corteo, si sono riversati verso l'atrio della stazione. A quel punto, una frangia di violenti, distinta dal resto della folla, ha cercato di forzare l'ingresso, scontrandosi con un massiccio cordone di polizia. La situazione è rapidamente degenerata: sono stati lanciati fumogeni, sassi e oggetti di ogni tipo, mentre cartelli stradali, cestini e transenne sono stati usati per infrangere vetrine e porte d'ingresso dello scalo.

Il bilancio provvisorio è un mix di caos e paralisi. I treni in partenza sono stati bloccati, mentre quelli in transito hanno saltato la fermata di Milano Centrale per oltre un'ora. Viaggiatori e turisti, con le valigie in mano, si sono ritrovati intrappolati in un'atmosfera irrespirabile, invasa dal fumo dei lacrimogeni. Molti si sono rifugiati nei bar interni o si sono coperti il volto per proteggersi. Una ragazza è stata soccorsa per una ferita alla testa, mentre decine di persone sono in corso di identificazione da parte delle forze dell'ordine.

La violenza ha travolto anche la quotidianità dei residenti e dei commercianti della zona. Via Vittor Pisani, il lungo viale che conduce alla stazione, è diventata un campo di battaglia con barricate improvvisate e il lancio di cubetti di porfido. I negozi hanno abbassato le saracinesche, e la circolazione è stata bloccata.

L'escalation di violenza ha trovato la netta condanna di diverse parti. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha dichiarato che "il vandalismo di oggi, causato da frange violente, non trova giustificazione e certamente non aiuta la causa di Gaza". Questo sentimento è stato condiviso da una larga parte dei manifestanti stessi, che hanno preso le distanze dagli atti di vandalismo, urlando "Non così si porta avanti una protesta". Molti studenti e cittadini si sono allontanati, non riconoscendosi in un epilogo così violento.

“Ci troviamo a commentare situazioni che non dovrebbero mai verificarsi. Come sempre io sono dalla parte delle Forze dell’ordine alle quali esprimo la mia massima solidarietà e vicinanza”. Lo ha detto il presidente della Regione, Attilio Fontana, a margine della conferenza stampa sui temi economici a Palazzo Lombardia commentando gli scontri avvenuti a Milano in occasione della manifestazione pro Pal. “Certamente la guerriglia e la violenza – ha continuato – non sono gli strumenti migliori per cercare di far sentire le proprie idee e, se del caso, cercare di convincere altri ad avere quelle stesse idee”. “La violenza – ha concluso – non può essere una forma di comunicazione“.

Le scene di guerriglia hanno messo in ombra il messaggio iniziale di protesta. Le immagini dei manifestanti che bruciano bandiere di Israele, Stati Uniti e Unione Europea e quelle di chi lancia oggetti contro le forze dell'ordine hanno preso il posto della narrazione di una manifestazione per la pace.

Mentre le forze dell'ordine continuano a presidiare l'area, la domanda che resta è come una protesta, nata con l'intento di chiedere pace e giustizia, possa trasformarsi in un attacco alla città e ai suoi cittadini.

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