Economia
Rapporto Nomisma, acquisto casa sempre più difficile: il 60% delle famiglie orientato verso la locazione
di Barbara Bizzarri
Nel 2024, la situazione abitativa in Italia continua a essere complessa e caratterizzata da una crescente difficoltà nell'accesso alla proprietà immobiliare per molte famiglie. Negli ultimi anni, l'inflazione ha ridotto il reddito disponibile, e oggi tre famiglie su cinque dichiarano che le proprie risorse sono inadeguate o appena sufficienti per coprire i bisogni primari. Questo scenario aumenta le difficoltà nell'acquisto di un'abitazione, in particolare per famiglie unipersonali e numerose, e rende complesso sostenere i canoni di locazione, i cui prezzi sono cresciuti più rapidamente rispetto al costo delle abitazioni. È quanto emerge dal 17° Rapporto sull’Abitare 2024 di Nomisma, realizzato con il supporto di CRIF e presentato il 7 novembre in un evento organizzato presso Confindustria a Roma. Secondo l’indagine 2024 di Nomisma, la fiducia degli italiani sulla situazione generale è meno positiva rispetto al 2023. In dettaglio, migliorano le percezioni sulla sicurezza lavorativa personale e sulla disponibilità bancaria alla concessione di credito, mentre peggiorano le aspettative sulla crescita economica del Paese e sugli effetti dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Anche quest'anno, la fiducia nei confronti dei partiti politici rimane bassa.
Come commenta Luca Dondi di Nomisma (nella foto), per un numero crescente di italiani l’acquisto di una casa rischia di rimanere un obiettivo difficile da realizzare. Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza dell’importanza di migliorare il comfort abitativo, ma molte famiglie sono limitate dalle proprie capacità finanziarie. Il calo di interesse verso l’acquisto riguarda soprattutto le famiglie economicamente fragili, rendendo l’affitto l’unica opzione praticabile in attesa di condizioni di accesso al credito più favorevoli per realizzare l’ambizione di proprietà abitativa.
L’interesse delle famiglie per la casa come luogo di vita e investimento rimane alto: tuttavia, per i 3 milioni di famiglie che dichiarano un’intenzione di acquisto nei prossimi 12 mesi, le condizioni per finalizzare l’acquisto restano spesso inaccessibili. Nomisma rileva infatti una “domanda reale” di circa 980.000 famiglie, un dato elevato rispetto alle 700.000 compravendite di abitazioni previste per il 2024.
Parallelamente, cresce la quota di famiglie che considerano l’affitto l'unica soluzione possibile in mancanza delle risorse per l'acquisto: questa percentuale è passata dal 56% del 2023 al 59,3% nel 2024. Il rapporto evidenzia anche come la quota di famiglie che hanno fatto ricorso alla locazione per più di sei mesi sia scesa dal 5% nel 2023 al 3,3% nel 2024, posizionandosi sotto i livelli pre-pandemia.
La domanda di abitazioni in affitto è in calo non tanto per scarso interesse, ma per l’inadeguatezza dell’offerta disponibile rispetto alle esigenze delle famiglie. L’indagine conferma la presenza di due distinti orientamenti: il primo considera l'affitto una scelta dettata da esigenze familiari e lavorative (una famiglia su quattro tra quelle in locazione), mentre la maggioranza lo vede come una soluzione temporanea o obbligata, non potendo accedere al mercato della compravendita.
L'analisi di Nomisma segnala come l’offerta di abitazioni in locazione, specialmente a prezzi accessibili, sia rimasta insufficiente nel tempo. La percezione di un rischio più alto e le dinamiche di mercato hanno portato le famiglie proprietarie a ridurre la propensione alla locazione tradizionale, con solo l’11% delle famiglie multiproprietarie disposte a offrire affitti a medio termine.
Per quanto riguarda il mercato dei mutui, l’indagine mostra segnali di miglioramento nel concetto inerente alla propria situazione economica e reddituale da parte delle famiglie. La percentuale di famiglie intenzionate a ricorrere a un mutuo per l’acquisto di una casa è diminuita, passando dal 77,9% nel 2023 al 75,6% nel 2024, segnalando una tendenza all’autoselezione. Nel primo trimestre 2024, le compravendite con mutuo sono diminuite del 15,1%, e quelle senza credito sono scese del 2,9%; nel secondo trimestre, invece, le transazioni con mutuo sono aumentate del 3,9%, mentre quelle senza finanziamento sono rimaste in lieve calo.
In termini di valore, l’erogazione di nuovi mutui nel 2023 era di circa 41 miliardi di euro, con un calo del 25,4% rispetto all'anno precedente. Nel primo semestre 2024, l’importo erogato è stato di 19,8 miliardi, con una riduzione più contenuta (-4,9%) rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il rapporto mostra anche che la percentuale di famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo è scesa al 4,3% dal 6% del 2023 e dal 7,5% del 2022. Diminuisce, infine, anche la percentuale di famiglie che teme difficoltà future nel pagamento delle rate, esprimendo più una percezione personale che la concreta incapacità di sostenere le rate.