Economia

Private Banking, motore di crescita dell’economia reale e ponte strategico tra risparmio privato e PMI

di Demetrio Rodinò
 
Private Banking, motore di crescita dell’economia reale e ponte strategico tra risparmio privato e PMI
Il risparmio privato italiano si candida a diventare la vera leva di sviluppo per l’economia reale del Paese. È questa la sintesi emersa dall'evento di alto profilo "Private Banking: il ruolo del risparmio privato per la crescita del Paese", organizzato da AIPB in collaborazione con Intermonte e il Politecnico di Milano School of Management. I lavori hanno confermato che il segmento del Private Banking sta assumendo un ruolo strategico di ponte tra le grandi ricchezze delle famiglie e le esigenze di capitale di lungo periodo delle PMI, superando la storica dipendenza dal credito bancario.

L'ottimismo è supportato dai dati. L'VIII Quaderno di Ricerca Intermonte -"Economia reale e Private Banking: cosa è cambiato in Italia negli ultimi anni" - evidenzia che l'industria Private ha incrementato del 39% gli investimenti nell'economia reale italiana dal 2018 al 2024, raggiungendo uno stock complessivo di 168 miliardi di euro. Di questi, 51 miliardi sono investimenti diretti e 117 miliardi indiretti.

A fine 2024, la propensione del Private Banking a sostenere l'imprenditoria è palese: dei circa 40 miliardi di azioni quotate detenute dalle famiglie, ben 33 miliardi si trovano nei portafogli Private. Inoltre, quasi la totalità degli 11 miliardi di euro investiti in private markets italiani proviene da questa clientela. Questa performance si distingue nettamente dalla tendenza generale delle famiglie italiane e degli altri intermediari, che hanno continuato a preferire la liquidità e il debito pubblico.

Guglielmo Manetti, Amministratore Delegato Intermonte, ha sottolineato: "Un mercato dei capitali funzionante è la condizione necessaria per trasformare il risparmio privato in sviluppo economico. Le aziende hanno bisogno di diversificare le fonti di finanziamento, superando la dipendenza dal solo canale bancario: serve un accesso più diffuso a canali alternativi, in primis ai mercati pubblici tramite quotazione, in grado di garantire capitali pazienti e di lungo periodo per innovazione, crescita dimensionale e internazionalizzazione. In questo senso, ci auguriamo che il Fondo Nazionale Strategico, il cui lancio è atteso entro la fine dell’anno, possa agire da volano per attrarre il risparmio privato e convogliarlo verso il segmento delle piccole e medie imprese quotate. Anche i PIR hanno dimostrato di essere una fonte di liquidità fondamentale per il mondo delle mid-small caps, un esperimento che ha funzionato molto bene e che conserva un forte potenziale, pur richiedendo incentivi capaci di premiare la permanenza degli investitori".

Il ruolo del Private Banking non è solo finanziario, ma anche di formazione e consulenza. I dati mostrano che il 23% dei clienti Private è costituito da imprenditori che guidano (nell’84% dei casi) aziende di piccole dimensioni. La relazione con il private banker è caratterizzata da fiducia elevatissima (97%) e lunga durata (media di 11 anni), contribuendo all'accrescimento delle loro competenze finanziarie nell'81% dei casi.

Andrea Ragaini (nella foto), Presidente AIPB, ha chiarito la sfida: "L’Italia deve affrontare una sfida decisiva: trasformare il risparmio privato in leva di sviluppo per l’economia. Farlo significa generare ritorni per le famiglie e favorire la crescita delle imprese, traendo benefici da politiche industriali e riforme fiscali che agevolino, da un lato l’utilizzo di strumenti innovativi di finanziamento di lungo periodo e, dall’altro, investimenti finanziari in economia reale. Il Private Banking si candida ad essere un attore protagonista di questa sfida epocale, indirizzando il risparmio verso gli investimenti; facilitando l’incontro tra risparmio privato ed economia reale; contribuendo allo sviluppo del mercato dei capitali".

Il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, ha ribadito il concetto in chiave istituzionale: "Il contributo del private banking alla crescita del Paese è sempre più centrale e strategico: non esiste uno sviluppo dell'economia reale che non veda andare di pari passo investitori istituzionali, capitali regolamentati e, appunto, il private banking. I dati ci dicono che il private ha un ruolo cruciale per le piccole e medie imprese, la spina dorsale del nostro sistema produttivo. Occorre proseguire su questa strada incentivando la cultura dell'intercambiabilità tra il risparmio privato e il mercato regolamentato: solo così, infatti, potremo offrire al Paese nuove ed importanti opportunità di sviluppo".

Per massimizzare questo potenziale, AIPB ha messo sul tavolo proposte concrete. L'obiettivo è superare le difficoltà delle imprese italiane - dove la crescita è spesso limitata alla gestione organica e solo il 6% punta a operazioni straordinarie - convogliando più risorse verso strumenti produttivi come equity e private market.

Per centrare l'obiettivo, AIPB insiste sulla costruzione di un quadro regolamentare e fiscale favorevole che incentivi l’investimento di lungo periodo. Strumenti come i PIR alternativi e gli ELTIF sono visti come veicoli essenziali, affiancati da incentivi fiscali mirati "che favoriscano la permanenza del capitale nelle imprese".

L'auspicio è che il lancio imminente del Fondo Nazionale Strategico, atteso entro la fine dell’anno, possa fungere da volano per attrarre il risparmio privato verso il segmento delle PMI quotate, rafforzando così l’impegno del Private Banking quale motore di crescita per l’Italia e per l'Europa.
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