Se anche il percorso più lungo comincia con un passo, quello fatto oggi da Matteo Salvini verso la realizzazione dell'attraversamento stabile dello Stretto di Messina con la firma del relativo accordo di programma, sembra essere decisivo.
Anche se sul tempo del verbo ci potrebbero essere delle perplessità, ritenendo il condizionale più adatto ad una vicenda che sembra correre su tre distinti binari: quello politico, con il governo a sostenere l'impresa (non si sa quanto in modo convinto e compatto) e le opposizioni a cercare di mettersi di traverso; quello tecnico-amministrativo (con Salvini nelle vesti di regista di tutto o quali) e quello sociale, ovvero le voci discordanti che si levano dalle popolazioni e dalle comunità interessate, loro malgrado, nella realizzazione di una gigantesca campata che scavalcherebbe un tratto di mare che è nella storia, nella letterature e anche nella leggenda.
Ma questo è oggi, perché, con la sigla dell'accordo di programma - celebrato nella sede del Ministero delle Infrastrutture, in una cerimonia mai come oggi con i colori della maggioranza di governo, posto che le due Regioni interessate sono entrambe a guida Forza Italia -, si è collocata una prima importante tessera del complesso mosaico del Ponte che, tra mille difficoltà, si avvicina ad essere una realtà, anche se di strada bisognerà farne ancora tanta-
Comunque, nel documento, si normano le procedure per gli interventi preparatori e funzionali dell'opera, definendo, come puntualmente riferisce il comunicato del Mit, ''gli impegni tecnici e finanziari dei soggetti coinvolti nella realizzazione e gestione del ponte e delle opere connesse''.
Lungo l'elenco dei firmatari, oltre al nume tutelare Salvini: il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, i presidenti delle Regioni Sicilia e Calabria, Renato Schifani e Roberto Occhiuto, l'amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci (un altro evergreen di questa intrapresa), l'amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Aldo Isi e quello di di Anas Claudio Gemme.
Quindi strada spianata? Formalmente sì, ma da qui all'avvio dei cantieri (leit motiv di Salvini da anni, ma dei quali, ad oggi, non è stato piantato un chiodo, scaricato un sacco di cemento, portata in situ una betoniera) ce ne corre.
Perché ora, con la stesura dell'accordo di programma, se l'aspetto formale dell'avvio dei lavori è stato coperto, esso dà anche una base concreta ad impugnazioni e ricorsi che alcune importanti realtà dell'associazionismo pensano di proporre nel tentativo di trovare un giudice che dia loro ragione sulle tematiche del possibile danno ambientale, oltre che sulla particolare situazione geomorfologica dei luoghi, che insistono in una zona (le due sponde dello Stretto) ad alta pericolosità sismica. Ma di questo si parlerà più avanti e, se la storia d'Italia ci ha insegnato qualcosa, non è detto che l'ultima parola, quella definitiva, sia stata già scritta.