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Pignoramento lampo, Agenzia delle Entrate potrà bloccare i pagamenti prima che arrivino

di Redazione
 
Pignoramento lampo, Agenzia delle Entrate potrà bloccare i pagamenti prima che arrivino
Dal 2026 il Fisco farà un salto di potenza senza precedenti. Con l’accesso diretto alle fatture elettroniche e ai corrispettivi emessi, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà intercettare i pagamenti dei debitori ancor prima che li incassino. È la rivoluzione del cosiddetto pignoramento lampo, uno strumento che promette di rendere l’azione di recupero dei crediti quasi istantanea e che, secondo le stime, potrebbe garantire allo Stato oltre un miliardo di euro di entrate aggiuntive ogni anno.

La misura, contenuta nell’articolo 27 del disegno di Legge di Bilancio 2026, prevede l’estensione del patrimonio informativo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, autorizzandola ad accedere in modo diretto non solo ai dati anagrafici e bancari dei contribuenti, ma anche alle fatture elettroniche e ai corrispettivi delle operazioni commerciali. In pratica, il Fisco potrà sapere in tempo reale chi deve incassare cosa, e da chi, bloccando immediatamente il denaro prima che finisca nelle mani del debitore.

Una stretta che cambia radicalmente i tempi e i confini del potere di riscossione. Il meccanismo si basa su un flusso informativo automatizzato che consentirà all’Agenzia di calcolare l’Iva dovuta anche in assenza di dichiarazione e di avviare il pignoramento direttamente presso terzi, come clienti, committenti o intermediari, senza attendere l’intervento dei tribunali.

La misura non sarà immediatamente operativa, servirà infatti un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate, da emanare entro tre mesi dall’entrata in vigore della Manovra, dunque entro marzo 2026. Ma il segnale politico e fiscale è già chiaro, lo Stato intende chiudere ogni varco all’evasione e accelerare la riscossione, puntando sull’incrocio dei dati digitali e sull’automazione delle procedure.

Una rivoluzione che promette efficienza, ma che solleva anche interrogativi sul fronte delle garanzie dei contribuenti e della privacy fiscale. Perché se da un lato l’obiettivo è recuperare gettito e colpire chi non paga, dall’altro cresce il timore che l’occhio digitale del Fisco diventi sempre più penetrante, capace di anticipare persino le intenzioni economiche dei cittadini.

Il 2026 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui il Fisco italiano è diventato istantaneo.

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