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Mercati Emergenti: cresce l'attrattiva del debito in valuta locale

a cura di Alper Gocer, Head of Emerging Markets Fixed Income e Adriana Cristea, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management
 
Mercati Emergenti: cresce l'attrattiva del debito in valuta locale

Dopo le recenti battute d'arresto, le tendenze macroeconomiche e strutturali si stanno finalmente muovendo a favore delle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti (EM). A fronte della crisi finanziaria globale innescata dai turbolenti primi cento giorni di mandato del presidente Donald Trump, le prospettive a lungo termine per questa asset class sono migliorate costantemente; tra i fattori a sostegno di quest’ultima le valutazioni favorevoli, il carry elevato, la politica monetaria in allentamento e la crescente probabilità di un declino del dollaro USA nel lungo termine. Tutto ciò suggerisce che la valuta locale dei mercati emergenti dovrebbe avere una posizione più prominente nei portafogli globali a reddito fisso. Alcuni investitori potrebbero essere maggiormente inclini alla cautela, dato anche il fatto che gli ultimi anni non sono stati facili per questa asset class; i fondi obbligazionari in valuta locale dei mercati emergenti hanno in effetti subito disinvestimenti a causa della crisi del COVID e della guerra in Ucraina.

 

Tuttavia, sembra che al momento diverse tendenze si stiano muovendo decisamente a favore del debito emergente in valuta locale. Prendiamo il dollaro USA: la sua corsa incontrastata degli ultimi anni, sostenuta dall'eccezionalismo statunitense, è stata il principale contributo negativo alla performance del debito locale dei mercati emergenti. Ora, però, le fondamenta su cui poggia il biglietto verde non sono più così solide. A nostro avviso, il dollaro è entrato in un periodo di debolezza strutturale, non da ultimo a causa del contesto politico incerto negli Stati Uniti. Il nostro modello di fair value mostra che il dollaro è sopravvalutato del 20% rispetto alle valute dei mercati emergenti se confrontato alla sua media a lungo termine. Riteniamo che questo divario si ridurrà nei prossimi anni, di pari passo con l'ulteriore allargamento dei differenziali di crescita del PIL tra economie emergenti e sviluppate rispetto al livello attuale (il massimo degli ultimi 14 anni). In generale, un dollaro più debole dovrebbe calamitare il capitale internazionale verso i mercati emergenti. Le recenti turbolenze di mercato provenienti dagli Stati Uniti hanno già incoraggiato gli investitori a diversificare gradualmente i portafogli diventati troppo dipendenti dagli asset americani. I dati della Bank for International Settlements mostrano che, in un mese qualsiasi, un deprezzamento del dollaro USA di una deviazione standard rispetto alle valute delle economie avanzate aumenta i flussi di investimento verso le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale fino a 0,29 punti percentuali. 

 

Oltre ai movimenti favorevoli del dollaro, prevediamo anche allentamenti delle condizioni monetarie che dovrebbero favorire le economie emergenti, che attrarrebbero ancora più capitale nei mercati obbligazionari locali. Tre quarti delle principali banche centrali del mondo sono già in fase di allentamento della politica monetaria, mentre le tre maggiori (la Federal Reserve statunitense, la Banca centrale europea e la People’s Bank of China) forniscono stimoli monetari. Positiva è anche la dinamica inflazionistica dei Paesi emergenti. Il tasso di inflazione nelle economie emergenti è in calo dal 2022 ed è probabile che le pressioni sui prezzi si allenteranno ulteriormente quest'anno. I nostri indicatori anticipatori e gli strumenti proprietari per l'esame della dinamica inflazionistica suggeriscono che, nei prossimi mesi, l'inflazione dei mercati emergenti scenderà al di sotto di quella delle controparti sviluppate. Ciò dovrebbe consentire ai tassi di interesse di scendere ulteriormente e più rapidamente in tutto il mondo emergente. Molti tassi di riferimento dei mercati emergenti sono a livelli superiori a quelli che riteniamo neutrali; il tasso neutrale è il punto ottimale in cui il costo del prestito non è né troppo restrittivo né funge troppo da stimolo. È probabile che il tasso reale dell'asset class (vale a dire il rendimento rettificato per l'inflazione che gli investitori possono assicurarsi) aumenterà ulteriormente rispetto al livello attuale, già ben al di sopra della sua media di lungo periodo e di quella delle obbligazioni dei mercati sviluppati.

 

 

Un altro stimolo per questa asset class è la ripresa economica cinese. La Cina sta iniziando a vedere i frutti del lento ribilanciamento della sua economia a favore del consumo interno. Allo stesso tempo, Pechino si è impegnata a utilizzare gli strumenti di politica monetaria e fiscale di cui dispone per contribuire a controbilanciare l'impatto negativo dei dazi statunitensi. L'effetto positivo si ripercuoterà sul resto del mondo emergente, in particolare sulle economie asiatiche in via di sviluppo, ovvero i maggiori partner commerciali della Cina e, cosa altrettanto importante, per le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale che rappresentano quasi la metà dell'indice di riferimento.

 

Un mix interessante di rendimento e duration

L'accelerazione di queste tendenze fondamentali dovrebbe accrescere l'attrattiva delle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti in qualità di alternativa al debito dei mercati sviluppati. Questa asset class offre già agli investitori un rendimento superiore e un rischio di duration inferiore rispetto alle obbligazioni investment grade statunitensi con rating simile.

 

Più prevedibile, più domestico

Questa asset class ha inoltre assistito a un miglioramento strutturale della sua governance, dando così agli investitori ulteriori motivi di ottimismo nei confronti delle obbligazioni locali emergenti. Politiche monetarie efficaci, misure fiscali prudenti e un migliore coordinamento tra le leve politiche hanno permesso alle economie emergenti di diventare più prevedibili e credibili. Le misure coordinate di allentamento in atto in Cina ne sono un esempio. Nel complesso, il miglioramento della credibilità politica e la maggiore crescita economica hanno contribuito ad aumentare i fondi di risparmio locali, incoraggiando gli investitori nazionali al risparmio nelle valute e nei mercati locali. La maggiore partecipazione degli investitori nazionali e minore dipendenza dai finanziamenti esterni sono fattori positivi per l'asset class, in quanto la rendono meno suscettibile alla volatilità esterna. Tutto ciò contribuisce a ridurre la volatilità nel lungo termine, il che accresce l'attrattiva di questa asset class. Con tutti i fattori macroeconomici e strutturali a loro favore, per gli investitori è giunto il momento di riconsiderare le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale. 

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