Attualità
Mentana riflette sul futuro al TgLa7 e lascia aperta la porta a un possibile addio
di Redazione

È bastato un post su Instagram, scarno e personale, per scatenare il dibattito sul futuro di Enrico Mentana al TgLa7. Il direttore, volto storico dell’informazione televisiva italiana, ha lasciato intendere che il 2 luglio, data in cui ricorreranno i 15 anni dalla sua nomina alla guida del telegiornale, potrebbe segnare anche l’inizio di un cambio di passo. Una riflessione pubblica che suona come un avvertimento e che, per chi conosce la storia professionale del giornalista, non è affatto un fulmine a ciel sereno.
Mentana, del resto, non è nuovo a scelte radicali. Memorabile il suo addio a Mediaset nel 2009, quando lasciò il Tg5 sbattendo la porta, e altrettanto noto il caso dello scorso anno, quando minacciò l’abbandono per uno scontro con Lilli Gruber riguardo alla staffetta tra i rispettivi programmi. “Il più grande insegnamento è un altro: devi capire tu quando è il momento di staccare”, ha scritto oggi, allegando una sua foto, quasi a voler personalizzare un momento carico di significato.
Il pubblico, però, non sembra pronto a lasciarlo andare. I commenti social si moltiplicano in queste ore, invocando la sua permanenza. “Direttore, non ci lasciare proprio ora che il mondo va a rotoli”, scrivono in tanti, memori delle sue celebri maratone elettorali e dei lunghi speciali di approfondimento, come quello andato in onda ieri sera dopo l’attacco statunitense all’Iran.
Da La7, almeno ufficialmente, tutto tace: “Nessun commento in merito”, è la laconica nota dell’emittente. Ma qualcosa potrebbe muoversi già il prossimo 3 luglio, quando a Milano è attesa la presentazione ufficiale dei palinsesti. Un appuntamento che potrebbe offrire a Urbano Cairo e al direttore editoriale Andrea Salerno l’occasione per chiarire le future strategie della rete, compreso il ruolo che Mentana vorrà – o meno – continuare a ricoprire.
Nonostante le indiscrezioni, il contratto che lo lega a La7 è valido fino al 2026. Ma nulla vieta, come spesso accaduto nella sua carriera, che sia proprio Mentana a decidere di chiudere in anticipo. A gennaio ha compiuto 70 anni e ha celebrato l’evento con un post autoironico: “La preistoria siamo noi”, ha scritto, allegando il suo certificato di nascita.
Eppure, anche ieri sera, mentre tagliava lo spazio di Milena Gabanelli per rientrare nei tempi e passava la linea, come da copione, a Otto e mezzo, sembrava tutto come sempre. Compresa l’introduzione agli ospiti “soprattutto internazionali” della Gruber – tra cui la Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi e la Pulitzer Anne Applebaum – affiancati dai volti noti del talk politico italiano come Marco Travaglio, Lucio Caracciolo e Massimo Giannini.
Che si tratti solo di una riflessione personale o di un preludio a un nuovo addio, Enrico Mentana ha, ancora una volta, dettato l’agenda del giorno. Con un semplice post ha rimesso in discussione equilibri editoriali, acceso il dibattito e acceso l’attenzione del pubblico, sempre più affezionato alla sua presenza dietro il bancone del TgLa7.