Esteri

Medio Oriente - I leader internazionali chiedono che il conflitto si fermi

di Barbara Leone
 
Medio Oriente - I leader internazionali chiedono che il conflitto si fermi

Mentre il conflitto tra Iran e Israele minaccia di infiammare ulteriormente l’intero Medio Oriente, le reazioni dei leader mondiali si susseguono a ritmo serrato, delineando un panorama diplomatico frammentato, diviso tra condanne, appelli alla moderazione e aperture alla diplomazia. Dai vertici delle potenze globali fino alle istituzioni multilaterali, il messaggio è però chiaro: fermare l’escalation prima che si arrivi al punto di non ritorno.

A prendere posizione con toni netti è stato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In un post pubblicato su Truth Social e poi ripreso da Reuters, Trump ha affermato che ''this war in Israel-Iran should end'' (questa guerra deve finire), invocando la fine del conflitto in Medio Oriente. Lo stesso giorno, durante una conversazione telefonica con Vladimir Putin, ha ribadito che anche la guerra in Ucraina ''should end''.
 
Successivamente, in un intervento rilanciato dal Guardian, ha cambiato registro, minacciando ritorsioni contro Teheran: ''Se verremo attaccati in qualsiasi modo... gli Stati Uniti possono porre fine a questo sanguinoso conflitto'', lasciando intendere la possibilità di un intervento militare statunitense se l’Iran dovesse colpire interessi americani. Dalla Russia, il presidente Vladimir Putin ha espresso forte preoccupazione per gli sviluppi, condannando gli attacchi israeliani come atti che ''aumentano il rischio di destabilizzazione regionale'', secondo quanto riferito da TASS e confermato da Reuters. 

Durante la telefonata con Trump, Putin ha sottolineato la necessità di "risposte diplomatiche e non militari", offrendo Mosca come potenziale mediatore nel conflitto. La Cina, per bocca del suo presidente Xi Jinping, ha adottato una linea dura contro Israele. Come riportato da South China Morning Post, Xi ha chiesto ''la sospensione immediata di tutte le operazioni militari'' e ha definito l’attacco israeliano ''una violazione della sovranità iraniana''.
 
Anche l’ambasciatore cinese all’ONU, Fu Cong, ha espresso una posizione dura durante una sessione del Consiglio di Sicurezza: “Condanniamo fermamente l’attacco di Israele contro l’Iran”, invitando tutte le parti a “interrompere ogni azione rischiosa che potrebbe far precipitare ulteriormente la situazione”.

In Europa, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato, secondo quanto riferito dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, di essere stato informato preventivamente da Tel Aviv: "Netanyahu mi ha informato dell’attacco contro l’Iran". E ha poi aggiunto: "Israele ha il diritto di difendersi, ma serve moderazione per evitare il collasso dell’intera regione", sottolineando la necessità di riaprire i canali diplomatici con tutte le parti. Il primo ministro britannico Keir Starmer, in dichiarazioni riportate dal Financial Times, ha affermato che Israele "ha il diritto inalienabile di difendersi", ma ha anche chiarito che "il Regno Unito non parteciperà ad alcun raid offensivo". 

Nel frattempo, ha comunque disposto "il ricollocamento precauzionale di jet della RAF nella regione", aggiungendo che "è fondamentale riportare tutte le parti al tavolo dei negoziati". Il presidente francese Emmanuel Macron, in dichiarazioni riportate da Le Monde, ha puntato il dito contro Teheran: "L’Iran ha una responsabilità molto pesante nella destabilizzazione della regione". Ha tuttavia aggiunto: "Difendiamo il diritto di Israele a rispondere alle minacce, ma chiediamo la massima moderazione", invitando a riaprire i colloqui sull’accordo nucleare con l’Iran, congelati da mesi. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha parlato di una crisi in rapido deterioramento. 

Come riportato da Politico Europe, Rutte ha dichiarato: "Ci troviamo di fronte a una situazione critica", esortando tutte le parti a "una de-escalation immediata". Ha inoltre annunciato la convocazione di una riunione straordinaria dei ministri della Difesa della NATO "per valutare gli sviluppi e coordinare le risposte". 

Le Nazioni Unite hanno convocato un Consiglio di Sicurezza straordinario su richiesta dell’Iran. Il Segretario Generale António Guterres, tramite un comunicato riportato da Reuters, ha dichiarato: "Condanniamo ogni escalation militare in Medio Oriente. È essenziale il rispetto del diritto internazionale". 

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), attraverso il suo direttore Rafael Grossi, ha espresso allarme per i rischi agli impianti nucleari iraniani: "Tali infrastrutture non devono mai essere obiettivi militari. Qualsiasi danno a una centrale nucleare avrebbe conseguenze inimmaginabili".

Anche dall’Asia e dall’Oceania arrivano moniti alla calma. Il Giappone, tramite il ministro degli Esteri Takeshi Iwaya, ha definito l’uso della forzaprofondamente deplorevole”, mentre il primo ministro neozelandese Christopher Luxon ha espressograve preoccupazione per il rischio di errore di calcolo”, stando a fonti della BBC. Il premier australiano Anthony Albanese, intervistato da News.com.au, ha escluso un coinvolgimento diretto e ha ribadito la volontà di “mantenere contatti costruttivi con gli alleati al G7”. 

Infine, dal Canada il ministero degli Esteri canadese, tramite la ministra Anita Anand, ha condannato “l’attacco iraniano su Israele” e ha ribadito che è necessario “esercitare la massima moderazione da entrambe le parti”, evidenziando i rischi di “conseguenze devastanti per l’intera regione”. Mentre il primo ministro Mark Carney ha dichiarato:Il Canada ribadisce il diritto di Israele a difendersi e chiama tutte le parti a esercitare la massima moderazione e ad avviare una risoluzione diplomatica”, dopo aver convocato il National Security Council per monitorare la situazione.

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