In un momento in cui la più grande potenza (economica e militare) del Pianeta si affida ad un tecnocrate che, geniale sin che si vuole, a colpi di mannaia amministrativa sta ridando forma alla macchina statale americana sulla base di analisi affidate ad algoritmi, parlare di una società che deve essere umanocentrica è, in qualche modo, una sfida ad un pensiero che sta sempre prendendo più corpo, sostituendo la macchina all'uomo come fulcro delle attività.
Un sfida che Massimo Lapucci e Stefano Lucchini non solo hanno raccolto, quanto hanno proposto agli altri (i tanti ''altri'': da chi ci governa a chi vorrebbe governarci; dai giovani a chi, per esperienza ed età, non si considera più tale; dai fuoriclasse della tastiera a chi ancora ''sente'' un libro solo per il suo odore, la sua capacità di ''essere'' oggetto da serbare), un ''manuale di sopravvivenza'' rispetto ad un mondo che corre, a velocità spaventosa, non accorgendosi di lasciare molta gente dietro.
Stiamo parlando di ''Ritrovare l'umano'' che parla di sostenibilità, parla di uomini e umanità, parla di ambiente, sociale e governance, ma - come si usa dire - non solo.
Perché, nel trattare gli argomenti messi alla base del libro, i due autori, dall'alto delle loro esperienza, cultura, capacità di analisi e compendio, hanno sintetizzato un pensiero - tornare all'Uomo come fulcro della nostra società - che è insieme un auspicio e un allarme sulla deriva tecnicistica che sta prendendo il mondo.
Del libro (edito da Baldini e Castoldi) si è parlato in un evento, tenutosi alla Luiss, di altissimo livello, oltre che per la qualità del panel di chi ne ha illustrato e commentato i contenuti (il Rettore della Luiss, Paolo Boccardelli; Fabio Corsico, Direttore dell’Executive Programme in Global Family Business presso la Luiss Business School; Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; Marta Bertolaso, Professoressa di Logica e Filosofia della Scienza all’Università Campus Bio-Medico; Guido Maria Brera, Chief Investment Officer di Kairos Partners SGR S.p.A.; Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia) e da chi ha tratto le conclusioni dei vari interventi (Luigi Gubitosi, Presidente dell’Università Luiss Guido Carli), anche di chi, in platea, ha seguito l'appuntamento.
La complessità della materia, e quindi l'ambizione di parlarne con un approccio diverso rispetto alla narrazione corrente (che sembra volere ridurre tutto a numeri e percentuali), ha portato Lucchini e Lapucci a confrontarsi con un modo di pensare il nostro futuro che si risolve solo nell'aspettare che la tecnologia ci porti per mano, quotidianamente, nel percorso di vita.

Andare avanti, nel rispetto del progresso, ma non perdendo di vista che il mondo è fatto di persone, anime, sensibilità diverse. Soggetti che, come dicono gli autori, ruotano intorno a health, human e happiness, parole e concetti che sintetizzano il nostro volere essere, nel benessere del corso e dello spirito, protagonisti e non spettatori o testimoni del progredire della società.
Ma come queste due visioni apparentemente antitetiche - il dovere della conoscenza e la consapevolezza della centralità dell'Uomo - possono conciliarsi? Per gli autori (Stefano Lucchini, chief institutional affairs and external communication officer di Intesa Sanpaolo, e Massimo Lapucci, manager, senior advisor e international fellow sull’Intelligenza artificiale all’Università di Yale) è necessario ''dare nuova attenzione alla persona, di riportarla al centro del tema della sostenibilità e di evitare che la sostenibilità sia percepita soltanto come un adempimento burocratico, l’ennesimo report da realizzare o l’ennesima procedura da attuare all’interno di una impresa''.
Il nodo, apparentemente irrisolvibile, su come l'umanità possa andare avanti senza dimenticare sogni, speranze ed esigenze di chi lo abita, viene affrontato da Lucchini e Lapucci in modo netto, dicendo che il progresso - sebbene apportatore di miglioramenti alla quotidianità della vita - non può esserci senza sostenibilità. E sostenibilità significa avere attenzione per la salute degli uomini, rispetto per i loro sogni, che hanno come traguardo finale la felicità, per loro stessi e per gli altri. Se la felicità, intesa come una condizione personale e generale insieme, è un obiettivo, per essa occorre avere il coraggio di ripensare le strategie che oggi sembrano dettare i tempi dell'Umanità.