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L’Europa torna a mostrarsi come un luogo interessante per gli investitori

di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM
 
L’Europa torna a mostrarsi come un luogo interessante per gli investitori
Negli ultimi giorni il nervosismo ha ripreso a scorrere sotto la superficie dei mercati finanziari.

Gli investitori cominciano a chiedersi se la tecnologia, motore della crescita dei listini, possa continuare a sfidare la legge di gravità e, venerdì scorso, le principali borse europee hanno chiuso in ribasso, trascinate dalla flessione dei titoli tecnologici registrata il giorno precedente a Wall Street.

A innescare le vendite è stata una serie di eventi che ha attirato l’attenzione sul mercato del credito privato, il vasto universo dei prestiti concessi da entità non bancarie. Due episodi di fallimenti e problemi gravi di società americane hanno sollevato interrogativi sulla qualità del credito che, secondo analisti e investitori, si starebbe progressivamente indebolendo.

Alcune banche regionali americane hanno segnalato perdite o contenziosi legati a prestiti in sofferenza. Il timore, inevitabilmente, è quello di sempre, che non siano episodi isolati e che altri casi analoghi possano emergere. La fiducia degli investitori si incrina anche sulle notizie dell’economia globale, la Cina continua a rallentare, in ottobre gli investimenti e i consumi si sono ulteriormente contratti. Negli Stati Uniti, l’indebolimento del mercato del lavoro ha fatto riconsiderare le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione di dicembre.

In Europa, l’attenzione resta focalizzata sulle condizioni dei conti pubblici di Francia e Regno Unito. In Gran Bretagna il governo è sotto pressione nella redazione della legge di bilancio, l’inversione a U su provvedimenti fiscali si è scaricata sulla sterlina e sul rendimento dei gilt, la scadenza decennale è passata da 4,44% di giovedì a oltre 4,50%.

Per gli investitori orientati al medio-lungo periodo, queste debolezze potrebbero trasformarsi in una finestra di ingresso, a patto di mantenere consapevolezza e diversificazione. Due variabili restano centrali da monitorare: il percorso della politica monetaria in Europa e negli Stati Uniti e l’evoluzione della qualità del credito.

Come fili in una trama complessa, in Europa si possono riconoscere buone storie: per gli investitori globali “in fuga da New York”, che vogliono diversificare e ridurre l’esposizione ai mercati americani, l’Europa rappresenta la prima e più interessante alternativa. Inoltre, la prospettiva di una ripresa dei tagli ai tassi da parte della Fed offre un ulteriore incentivo a cercare opportunità nel Vecchio Continente.

In Europa, l'inflazione sotto controllo tranquillizza gli investitori obbligazionari mentre gli investitori azionari, con un orizzonte di lungo termine, attendono che nei prossimi mesi si avvertano gli effetti degli stimoli fiscali promessi dal governo tedesco.

Rispetto alle banche americane la patrimonializzazione degli istituti di credito europei è migliore, la supervisione delle autorità di controllo più severa: si può dunque guardare con interesse anche al debito subordinato bancario che ha dalla sua rendimento, tassi e fattori tecnici.

Oltre al debito subordinato per la parte obbligazionaria, ci sono buone storie anche nei listini del Vecchio Continente. Investire in Europa significa orientarsi in una galassia di oltre 40 paesi: un contesto eterogeneo che valorizza l’approccio attivo.

Una delle insidie del mercato è la tendenza a costruire una narrativa e a concentrarsi su quella. Ad esempio, in questo periodo al centro dell’attenzione ci sono la tecnologia digitale e l’intelligenza artificiale, le valutazioni sono arrivate a livelli difficilmente sostenibili.

È possibile trovare valore in aree meno affollate, esercitando l’attenzione della gestione attiva e il rigore della selettività. Un esempio di opportunità di nicchia è rappresentato dal settore dell’abbigliamento sportivo, la cui crescita è spesso trainata dall’innovazione, un altro è nel settore farmaceutico. Nel prossimo decennio, farmaci per un valore complessivo di trecento miliardi di dollari perderanno il brevetto, determinando un'importante ondata di lancio di farmaci generici e biosimilari.

La storia dei mercati, e l’esperienza, insegnano che tutte le narrazioni dominanti sono destinate a incrinarsi, la bussola resta però sempre la medesima: comprendere il ciclo economico, valutare le decorrelazioni tra le classi di attivo, riconoscere il valore dove non tutti guardano.

In questa fase di incertezza, l’Europa torna a mostrarsi come un luogo interessante per gli investitori: valutazioni ragionevoli, inflazione sotto controllo, istituti bancari più solidi e nicchie settoriali con potenzialità di crescita. Tra debito subordinato bancario, nicchie settoriali e un contesto in costante trasformazione, non mancano opportunità per chi sappia muoversi con intelligenza.
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