Economia
L'Europa a due velocità: bilanci pubblici tra prudenza e spesa per la difesa
di Redazione

Il Focus dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio svela i quadri macroeconomici 2024-25
L'analisi del quadro macroeconomico e di finanza pubblica dell'UE, curata dall'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) nel suo periodico "Il Focus", rivela un'Europa che si muove a velocità differenziate. Il biennio 2024-25 mostra un continente resiliente ma con evidenti eterogeneità tra i paesi, specialmente tra le quattro principali economie: Italia, Francia, Germania e Spagna.
Il confronto tra le Relazioni annuali sui progressi compiuti (APR) e i Piani strutturali di bilancio (PSB), previsti dalle nuove regole europee, dipinge un quadro complesso. Mentre l'economia europea nel suo complesso ha resistito alle incertezze globali, con un PIL in crescita dell'1,0% nell'UE e dello 0,9% nell'Eurozona nel 2024, le performance sono state tutt'altro che uniformi. La Spagna si distingue con una crescita sostenuta, mentre la Germania ha faticato, rimanendo in recessione. L'Italia si posiziona con una crescita moderata (0,7%), inferiore alla media dell'Eurozona, mentre la Francia si è mostrata più dinamica con un +1,1%.
Anche sul fronte dei prezzi, l'eterogeneità è la parola chiave. Nel 2024, l'inflazione (misurata dal deflatore del PIL) si è attestata intorno al 3,0% nell'area dell'euro. Le principali economie hanno mostrato dinamiche diverse: più marcata in Germania e Spagna, più contenuta in Francia e Italia. Per l'Italia, il calo dei costi energetici e una domanda interna debole hanno contribuito a tenere a freno la spirale inflazionistica. Per il 2025, le previsioni indicano un'ulteriore diminuzione, con una convergenza progressiva verso l'obiettivo del 2% della BCE, anche se con stime che variano dall'1,4% della Francia al 2,7% della Germania.
Passando alla finanza pubblica, il 2024 ha visto una riduzione del disavanzo medio nell'area dell'euro al 3,1% del PIL. L'Italia ha mostrato un netto miglioramento, chiudendo con un deficit del 3,4%, grazie a un mix di fattori che includono il ridimensionamento del Superbonus e un aumento delle entrate tributarie. Al contrario, Francia e Germania hanno visto i loro disavanzi peggiorare rispetto alle attese iniziali. La Francia a causa dell'aumento della spesa corrente e per interessi, la Germania per l'incremento della spesa dei Länder. La Spagna, seppur con un disavanzo del 3,2%, ha risentito delle spese straordinarie legate alle alluvioni.
Il debito pubblico rimane una sfida significativa, con una media UE pari all'82,3% del PIL nel 2024. La Grecia (153,6%) e l'Italia (135,3%) si confermano i paesi con i livelli di debito più elevati. Tuttavia, la dinamica del debito in Italia e Germania è stata più favorevole delle attese. Per il 2025, le previsioni indicano un leggero peggioramento dei saldi di bilancio e un aumento del debito, in parte dovuto all'incremento della spesa per la difesa, una priorità emersa nelle recenti raccomandazioni del Consiglio UE.
L'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale per 15 Stati membri, tra cui la Germania, riflette la crescente attenzione verso il rafforzamento della capacità di difesa. Questa clausola consente di superare temporaneamente i tetti di spesa netta, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità fiscale a lungo termine, come sottolineato dall'Eurogruppo.
L'analisi dell'UPB valuta anche il rispetto delle nuove regole di bilancio, in particolare la crescita della spesa netta. L'Italia si dimostra virtuosa, rispettando sia il limite annuale che quello cumulato per il biennio 2024-25. Francia e Spagna superano leggermente il limite annuale, ma rimangono entro il vincolo cumulato. La Germania, a seguito dell'attivazione della clausola di salvaguardia, prevede una crescita della spesa netta del 4,4%, ben oltre le indicazioni iniziali.
Le politiche di bilancio per il 2024 sono state prevalentemente restrittive, con l'Italia che ha attuato il consolidamento strutturale più rilevante. Per il 2025, invece, diciannove paesi prevedono politiche espansive, in gran parte di natura anticiclica. La Germania adotta una politica espansiva per la difesa, mentre l'Italia e la Spagna mantengono un orientamento restrittivo, seppur più attenuato.
Nelle sue raccomandazioni, il Consiglio UE ha chiesto ai paesi di bilanciare la spesa per la difesa con la sostenibilità del debito. Per l'Italia, l'agenda include riforme fiscali, riduzione del cuneo e revisione del catasto. Alla Spagna è stata raccomandata una riforma fiscale per alleggerire la tassazione sul lavoro. La Germania deve bilanciare la spesa per la difesa con un attento controllo della spesa netta.
Il quadro che emerge è quello di un'Europa che affronta le sfide economiche e geopolitiche con strumenti differenziati. Le nuove regole di bilancio, seppur con la flessibilità consentita dalle clausole di salvaguardia, spingono i paesi verso la prudenza fiscale. Tuttavia, la crescente spesa per la difesa potrebbe mettere a dura prova i progressi fatti, rendendo cruciale la capacità dei governi di attuare riforme strutturali e investimenti produttivi. L'Europa ha scelto la via della resilienza, ma la strada da percorrere rimane in salita.