Economia

Istat: inflazione in risalita a marzo del 2% spinta da alimentari e costi energia

di Redazione
 
Istat: inflazione in risalita a marzo del 2% spinta da alimentari e costi energia

A marzo, secondo le stime preliminari, l’inflazione si attesta al +2,0% (da +1,6% di febbraio). Tale dinamica si deve essenzialmente ai prezzi dei beni (in accelerazione da +1,1% a +1,7%; +0,2% su febbraio 2025), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (a +2,4%; +0,5% su febbraio); il differenziale inflazionistico tra i prezzi dei servizi e quelli dei beni scende quindi a +0,7 punti percentuali (dai +1,7 di febbraio).

La dinamica tendenziale dei beni riflette in prima battuta l’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici (da +0,6% a +3,2%; +0,9% su febbraio), in particolare quella degli Energetici non regolamentati (da -1,9% a +1,3%; +1,2% su febbraio). A causare tale dinamica è soprattutto la consistente risalita dei prezzi del Gas di città e gas naturale mercato libero (da -2,2% a +7,5%; +4,6% su febbraio) e dell’Energia mercato libero (da -6,0% a +3,2%; +3,9% su febbraio); tali effetti non sono del tutto compensati dall’accentuata flessione dei prezzi della Benzina (da -1,2% a -3,9%; -1,8% su febbraio), del Gasolio per mezzi di trasporto (da -4,4% a -6,0%; -2,0% su febbraio) e del Gasolio per riscaldamento (da -5,6% a -6,5%; -1,8% su febbraio).

La componente energetica regolamentata, al contrario, decelera (da +31,4% a +27,3%; -2,4% su febbraio), a causa dei prezzi del Gas di città e gas naturale mercato tutelato (da +28,1% a +15,2%; -9,1% su febbraio). I prezzi dell’Energia elettrica mercato tutelato restano invece stabili (a +21,6%; nullo il congiunturale).

L’evoluzione del tasso di inflazione risente anche dell’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari (da +2,2% a +2,5%; +0,1% su febbraio), che si registra in entrambi i comparti: aumenta infatti il ritmo di crescita tendenziale dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%; -0,4% su febbraio), ma anche, seppure in modo meno marcato, quello dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +1,9% a +2,0%; +0,2% su febbraio). In particolare, nell’ambito dei non lavorati, accelerano sia i prezzi dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +3,1% a +4,3%; -2,9% su febbraio) sia quelli di Frutta fresca o refrigerata (da +2,8% a +3,1%; nullo il congiunturale).

I prezzi dei Tabacchi accentuano il loro ritmo di crescita (da +4,1% a +4,6%; +0,5% su febbraio) a causa dell’aumento delle accise ma anche per effetto dei prezzi delle Sigarette (da +4,9% a +5,6%; +0,7% su febbraio) e quelli di Sigari e sigaretti (da +1,6% a +2,1%; +0,5% su febbraio), mentre si registra un lieve rallentamento per gli Altri tabacchi (da +1,8% a +1,7%; nullo il congiunturale).

Nell’ambito degli Altri beni (da +0,1% a +0,2%; +0,2% su febbraio), si attenua il calo tendenziale dei prezzi dei Beni durevoli (da -1,5% a -1,2%; +0,1% su febbraio) e rallenta la crescita del Beni non durevoli (da +1,3% a +1,1%; +0,1% su febbraio). Stabile, infine, il tasso di variazione su base annua dei prezzi dei Beni semidurevoli (a +0,8%; +0,2% su febbraio).

Nel comparto dei servizi, la dinamica tendenziale dei prezzi rimane invariata (a +2,4%; +0,5% su febbraio), come sintesi di andamenti contrapposti delle sue componenti. Da un lato, i prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni accelerano (da +0,5% a +0,8%; +0,3% su febbraio), a causa dei Servizi di telefonia e telefax (da +0,4% a +0,7%; +0,3% su febbraio), come anche quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%; +0,5% su febbraio), spinti dall’evoluzione dei prezzi dei Servizi di alloggio (da +2,2% a +3,1%; +2,6% su febbraio). Dall’altro lato, un rallentamento si registra per i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,9% a +1,6%; +1,2% su febbraio), in particolare di quelli del Trasporto aereo passeggeri (da -1,0% a -6,6%; +10,9% su febbraio), del Trasporto passeggeri su rotaia (da +2,1% a +0,7%; +0,2% su febbraio), del Trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (da +9,4% a +8,8%; +0,1% su febbraio) e delle Assicurazioni sui mezzi di trasporto (da +6,5% a +6,1%; +0,4% su febbraio). L’impatto dell’evoluzione dei prezzi delle diverse tipologie di prodotto sul tasso di inflazione di marzo è misurato dai contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo.

Confesercenti: continua accelerazione, rischio impatto negativo sui consumi di primavera

L’inflazione continua ad accelerare, e rischia di compromettere i consumi di primavera. E a pesare sull’andamento dei prezzi è ancora una volta l’incremento delle bollette, un problema al quale dovrebbe essere trovata una soluzione strutturale. Così Confesercenti commenta i dati preliminari sull’inflazione a marzo diffusi da Istat.

La crescita, segnala Istat, è infatti dovuta alle componenti più volatili, prima fra tutte i beni energetici non regolamentati. In particolare, la causa risiede nella consistente risalita del prezzo sia del gas che dell’energia sul mercato libero; non del tutto compensata dall’accentuata flessione dei prezzi della benzina e del gasolio per mezzi di trasporto e per riscaldamento. È peraltro probabile che si rilevi anche una diffusione trasversale di questi aumenti, visto che a crescere sono i prezzi anche di molti beni.

Nel complesso, per ora, non c’è da allarmarsi, in quanto l’inflazione acquisita è pari ad 1,4% e non desta preoccupazioni, ma certo questi aumenti sul mercato libero dell’energia vanno monitorati e danno da riflettere, nel momento in cui i clienti del mercato libero sono circa l’80% e quindi il peso di questa voce sull’indice è cresciuto molto.

Pesa sull’andamento dei prezzi l’incremento delle bollette, un problema al quale dovrebbe essere trovata una soluzione strutturale, che protegga famiglie e imprese dalla volatilità dei mercati internazionali e non si limiti a provvedimenti ex-post, che oltre ad intervenire spesso in misura incompleta agiscono quando le aspettative di inflazione si sono ormai deteriorate.

La risalita dei prezzi al 2%, con una variazione congiunturale che in termini annualizzati sale al 4,9%, compromette il potere d’acquisto delle famiglie e rischia di spegnere i già deboli segnali di recupero dei consumi. Una situazione che deve essere considerata con la massima attenzione, dal momento che la spesa delle famiglie è al momento il principale fattore di sostegno della congiuntura, con il ciclo degli investimenti che già nel 2024 è entrato in fase negativa e le esportazioni che saranno presto colpite dalla nuova politica protezionistica degli Stati Uniti.

Confcommercio: aumento dei prezzi fisiologico che non desta preoccupazioni

Commentando i dati dell'inflazione, il direttore dell'Ufficio Studi Mariano Bella, "il rialzo registrato sul versante dei prezzi nel mese di marzo, superiore alle nostre attese, rientra tra i movimenti fisiologici e non desta particolari preoccupazioni sulle prospettive a breve dell’inflazione". Buona parte degli aumenti dell’ultimo mese sono, infatti, dovuti alle componenti volatili: l’inflazione di fondo si conferma all’1,7%, segnalando come all’interno del sistema non siano presenti particolari tensioni e come al momento le fibrillazioni sugli energetici non si siano trasferite ad altre filiere. Secondo Bella, "se le dinamiche inflazionistiche si mantengono sotto controllo, non vanno trascurati i possibili effetti psicologici negativi derivanti da un ritorno dell’inflazione al 2% sul sentiment delle famiglie e sui loro comportamenti in materia di consumo. L’incremento del tasso di variazione dei prezzi assieme alla forte riduzione della fiducia, sempre nel mese di marzo, costituiscono segnali di indebolimento della prospettiva di ripresa dei consumi a breve termine, potenzialmente compromettendo, almeno in linea teorica, le dinamiche di crescita complessiva per l’anno in corso".

Confimprese: rialzo inflazione atteso dal retail. Instabilità economica mondiale mina fiducia consumatori

"Ci aspettavamo un rialzo dei prezzi al consumo, come certifica oggi l’Istat – commenta Mario Resca, presidente Confimprese –, a causa non solo dell’accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, ma anche delle turbolenze sui mercati internazionali e dell’arrivo dei dazi americani che immobilizzano le strategie delle aziende. Assistiamo a una totale instabilità economica mondiale in uno scenario di guerra mutevole che indebolisce la fiducia dei consumatori italiani scesa al livello più basso da novembre 2023, sia pure in un contesto di stabilità politica dell’Italia. Le borse europee oggi sono in rosso con countdown dei dazi reciproci, siamo a rischio recessione".

Codacons: inflazione in rialzo. Maggiore spesa da +657 euro annui a famiglia

L’inflazione rialza la testa in Italia con i prezzi al dettaglio che a marzo salgono al +2%: una accelerazione che, in termini di spesa e considerala la totalità dei consumi di una famiglia, equivale ad un aggravio pari in media a +657 euro annui per la famiglia “tipo”, +895 euro per un nucleo con due figli. Lo afferma il Codacons, commentando i dati preliminari diffusi oggi dall’Istat. A marzo l’inflazione accentua la sua corsa al rialzo, e ancora una volta a incidere sull’indice nazionale dei prezzi sono le tensioni sull’energia, con i beni regolamentati che salgono del +27,3% su anno – spiega il Codacons – Crescono a ritmo sostenuto anche i listini al dettaglio dei prodotti alimentari e bevande analcoliche, che aumentano del +2,6% su base annua, con punte del +3,3% per i non lavorati. Voci di spesa primarie per le famiglie i cui rincari hanno conseguenze pesanti sulla capacità di spesa e sui consumi degli italiani. “I numeri dell’Istat certificano come l’emergenza energia abbia effetti a cascata sull’economia nazionale e sulle tasche delle famiglie – commenta il presidente Carlo Rienzi – Per questo consideriamo inadeguate le recenti misure introdotte dal governo col decreto bollette, che non intervengono per contrastare le cause strutturali che fanno salire le tariffe di luce e gas e non risolvono il problema del caro-energia sul lungo periodo”.

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