Economia
Il risiko bancario entra nel vivo, occhi puntati sull'assemblea Generali e sul comportamento di Unicredit
di Luca Andrea

Il risiko bancario entra nel vivo, con le diverse operazioni sul tavolo che potrebbero incrociarsi nel complicato gioco delle partecipazioni e che sembrano destinate a ridisegnare il panorama del settore bancario-finanziario del nostro paese. Ad aprire le danze è stata Unicredit, che dopo l'annuncio di scalata nella tedesca Commerzbank, al ritorno dalle ferie estive ha messo nel mirino Banco Bpm annunciando l'Offerta pubblica di scambio sull'istituto guidato da Giuseppe Castagna proponendo quale corrispettivo 0,175 azioni ordinarie di UniCredit di nuova emissione, per ogni azione del banco Bpm portata in adesione. L'operazione, per l'istituto guidato da Andrea Orcel si inserisce nella strategia di creazione di valore attraverso la realizzazione di efficienze e sinergie.
L'offerta è stata subito giudicata non concordata e ostile da Banco Bpm che dal 17 marzo ha lanciato un'Opa su Anima Holding al prezzo di 7 euro per azione, incrementato rispetto all'iniziale 6,2 euro. L'offerta. giudicata da molti come un'operazione tesa a contrastare l'Ops di Unicredit, si concluderà venerdì prossimo (salvo proroghe).
L’acquisizione di Anima, nella visione di Banco Bpm e in particolare a Banco Bpm Vita permetterà di ampliare la propria gamma di offerta dai prodotti assicurativi a quelli di gestione integrata dei bisogni di protezione e di investimento della clientela del gruppo, di realizzare, grazie alla forte complementarietà tra il modello di business di Anima e quello di BBPM Vita, importanti economie di scala e di produzione; rendere più efficace la gestione in delega degli attivi riferibili agli assicurati e al patrimonio libero di BBPM Vita, grazie al pieno coordinamento tra i team di sviluppo prodotti di BBPM Vita e gli specialisti di Anima nell’analisi di mercato, nella definizione delle strategie di investimento e nel portfolio management.
Sia Banco Bpm che Unicredit hanno però le loro difficoltà sulle rispettive operazioni. Banco Bpm ha dovuto rinunciare al cosiddetto danish compromise, ovvero lo sconto in capitale dopo la mancata risposta dell'Eba a un quesito posto dall'istituto, rendendo così più onerosa l'offerta su Anima. Nel campo opposto, sull'Ops di Unicredit pende la "spada di Damocle" del Governo che potrebbe applicare la golden power su Banco Bpm bloccando così la sua acquisizione.
In tutto ciò si inserisce la questione Generali, entrata sotto i riflettori dopo l'Opa annunciata da Mps su Mediobanca che dell'istituto del Leone è il primo azionista. Nel capitale della Banca dei Monti di Paschi di Siena il Tesoro è ancora l'azionista di riferimento con l'11,731%, seguono poi Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, con il 9,780%, Caltagirone con il 5,026%, Banco Bpm con una quota di poco superiore al 5% e Anima Holding con quasi il 4%, il resto è azionariato diffuso. Il 24 gennaio, l'istituto senese ha annunciato l'Ops totalitaria su Mediobanca con un rapporto di 10 azioni dell'istituto di Piazzetta Cuccia ogni 23 azioni della banca toscana, per una valorizzazione pari a 15,992 euro per azione. L'obiettivo dichiarato è quello di creare un nuovo campione bancario italiano attraverso l’unione di due tra i marchi più distintivi del mercato dei servizi finanziari: Mps per il Retail e Commercial Banking e Mediobanca per il Wealth Management, Corporate & Investment Banking e Consumer Finance.
A questo punto la faccenda si complica perché Unicredit annuncia di detenere una partecipazione di circa il 4,1% nel capitale sociale di Generali, acquisita nel tempo sul mercato. Tale partecipazione fa sapere l'istituto guidato da Orcel, è un puro investimento finanziario, non avendo Unicredit un interesse strategico nel gruppo del Leone. La coincidenza temporale balza però agli occhi. Il 24 aprile è attesa l'assemblea di Generali, nel cui azionariato ritroviamo Delfin con il 9,820% e Caltagirone con il 6,458%, oltre a Mediobanca con il 12,776% e come detto Unicredit con il 4,090%, Il 24 aprile si capirà cosa faranno gli attori in campo in questo intreccio di partecipazioni incrociate. Il banco di prova sarà il rinnovo del Cda del colosso assicurativo.
I fondi, titolari di oltre lo 0,7% di Generali hanno depositato la loro lista con Roberto Perotti, Francesca Dominici, Anelise Sacks, Leopoldo Attolico. Anche Mediobanca ha presentato la propria lista di 12 candidati; confermati al vertice Andrea Sironi e Philippe Donnet.
E dopo i fondi e Mediobanca, anche Caltagirone ha depositato la propria, in cui compaiono, tra gli altri, Flavio Cattaneo e Fabrizio Palermo.