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Hotel europei contro Booking: parte la class action per i risarcimenti

di Redazione
 
Hotel europei contro Booking: parte la class action per i risarcimenti
Sono circa 15.000 le strutture alberghiere europee che hanno deciso di muoversi compatte contro Booking.com, la più nota piattaforma di prenotazioni online. A guidare l’iniziativa, sotto forma di una maxi class action, ci sono HOTREC - la confederazione che rappresenta gli interessi del settore a livello europeo - insieme a Federalberghi e a una trentina di altre associazioni nazionali. L’obiettivo è ottenere un risarcimento per i danni economici legati a quelle che vengono definite clausole anticoncorrenziali, applicate per anni dal colosso olandese. Il contendere ruota attorno alle cosiddette clausole del “miglior prezzo”, con cui Booking.com imponeva agli hotel di non proporre tariffe più basse su altri canali, limitando così la libera concorrenza. Secondo i promotori dell’azione, tale vincolo avrebbe avuto un impatto diretto sulla redditività delle strutture, costrette a versare commissioni elevate senza la possibilità di differenziare le proprie offerte. La richiesta è ambiziosa: recuperare fino al 30% delle commissioni pagate alla piattaforma nel ventennio compreso tra il 2004 e il 2024, oltre agli interessi maturati. La fase di adesione, resa particolarmente semplice tramite il sito dedicato mybookingclaim.com, si è chiusa il 29 agosto. Da oggi in avanti, le strutture coinvolte dovranno trasmettere la documentazione a supporto delle proprie richieste, ma il percorso legale è ormai avviato.

Tra i Paesi più attivi nell’iniziativa spicca l’Italia, che ha registrato circa 3.000 adesioni. Seguono Germania, Paesi Bassi, Grecia e Austria, a testimonianza di un malcontento diffuso in più mercati europei. Nelle prossime settimane i dati raccolti verranno consolidati, con l’intento di portare il fascicolo davanti al Tribunale Distrettuale di Amsterdam entro la fine dell’anno. L’azione collettiva si fonda sulla storica sentenza della Corte di Giustizia Europea del 19 settembre 2024. In quell’occasione i giudici hanno stabilito che le clausole di parità tariffaria imposte da Booking.com violavano le regole comunitarie sulla concorrenza, generando una distorsione del mercato e penalizzando gli hotel rispetto ad altre piattaforme di prenotazione. Una decisione che ha aperto la strada a richieste di risarcimento da parte delle strutture ricettive, decise a far valere le proprie ragioni dopo anni di rapporti considerati squilibrati.
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