EUROBORSA ospita con orgoglio i versi di Paolo Tinorio, intellettuale di rara sensibilità, docente di Storia dell’Arte e collaboratore de Il Faro di Roma, dove si occupa di storia e critica cinematografica.
Queste parole nascono in un momento di intensa riflessione, mentre Tinorio preparava una lezione su Guernica di Pablo Picasso, il capolavoro che con le sue immagini in bianco e nero racconta la devastazione della guerra. Lo sguardo su quella tela, dove il toro furioso abbatte il cavallo ferito, ha evocato in lui la tragedia di Gaza, terra ferita da dolore, macerie e innocenti sacrificati.
Tinorio ha raccontato di aver preso penna e foglio per scrivere parole che non avrebbe mai voluto scrivere: versi che danno voce a madri violate, a figli perduti, a un’umanità che sembra non imparare mai dalle proprie ferite. Al centro, l’immagine potente e universale di un Cristo di nuovo crocifisso nel nostro tempo.
I versi sono denuncia e testimonianza, ma anche resistenza culturale. Ricordano come l’arte e la parola, di fronte alle atrocità della guerra, mantengano intatta la loro forza universale: quella di non permettere all’oblio di cancellare il dolore, quella di offrire memoria e coscienza collettiva.
Di seguito pubblichiamo integralmente le poesie di Paolo Tinorio.
Guernica di Gaza. Riflessioni in versi:
Cristo è di nuovo in croce
E il mondo tace.
Dalla sterile terra
Una nenia s’alza al cielo,
suono di tibia,
accompagna il dolore
di giovani donne
dal ventre violato,
piangono un fiore
troppo presto reciso.
Mattanza di giovani agnelli,
su are di morte
per uomini senza Dio
con fiamme negli occhi
e pietre sul cuore.
Cristo è di nuovo in croce
e il mondo tace.
Madri di Gaza
Il vento soffiava forte quella mattina,
sollevando la polvere dal cemento.
Vetri di finestre rotte
e giochi di bimbi
si mescolavano
all’angustiata terra di Gaza.
Mamma,
ho visto rondini giocare
in un cielo di primavera,
prima dell’arrivo
di un improvviso e gelido inverno.
Mamma,
ho udito grilli frinire
nelle calde notti d’estate,
prima che,
un assordante rombo di morte
ne coprisse ogni suono.
Mamma,
ho camminato con te
tra petali di fiori
prima che il vento della paura
li spazzasse via.
Figlio,
mi hanno cancellato
ogni sogno.
mi hanno rimosso
ogni desiderio.
E adesso nuda
col ventre vuoto
e la tua piccola mano nella mia,
accarezzo il grano,
del tuo sangue tinto,
in attesa di una luce da attraversare
e insieme
tornare a volare,
tra petali di fiori,
insieme alle rondini
e ai grilli cantare.