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Elezioni Usa: su quali settori puntare?
di Diego Toffoli, Responsabile Investimenti di Intermonte Advisory & Gestione
Ci avviciniamo alla fine del 2024 e l’andamento dei mercati azionari è stato migliore rispetto alle previsioni di inizio anno. Performance a doppia cifra per quasi tutti i listini e il principale indice italiano che si è dimostrato ancora una volta il vincente tra quelli europei.
La domanda che ci si pone ora è se portare a casa i profitti o restare investiti e, soprattutto, su quali settori puntare. Andando ad analizzare quali potrebbero essere le variabili da qui a fine anno, al primo posto vi sono senz’altro le elezioni statunitensi. Sebbene il voto sia previsto per il 5 novembre, a meno di una vittoria schiacciante di uno dei due candidati, l’esito delle elezioni andrà per le lunghe, parliamo anche di settimane, alimentando la volatilità dei mercati azionari. In linea di massima, chiunque sarà il vincitore, il trend rialzista del mercato non dovrebbe comunque essere compromesso, anche perché i programmi sono molto simili. Discorso diverso su quali potrebbero esseri i settori con maggiori potenzialità. In caso di vittoria di Trump, i settori più promettenti dovrebbero essere quelli legati a energia e combustibili fossili, aerospaziale e difesa, immobili, infrastrutture e produzione, tecnologia, finanza e telecomunicazioni. Mentre in caso di vittoria dei democratici, i più promettenti dovrebbero essere i settori legati a energie rinnovabili e clima, assistenza sanitaria e industria farmaceutica, infrastrutture e industria manifatturiera, tecnologia, media e beni di consumo. Ovviamente anche l’Europa sarà impattata dall’esito delle elezioni statunitensi, soprattutto i Paesi più orientati all’export. Al di là delle elezioni Usa, le prospettive macro-economiche sono da tempo orientate verso una riduzione dei tassi e, visti gli ultimi sviluppi, è probabile che sarà la BCE a dover tagliare con maggior enfasi rispetto alla Fed, considerata la crescita economica asfittica dei principali Paesi europei. Questo dovrebbe favorire settori quali le utilities, che beneficiano di un contesto di tassi bassi, e le società growth come i tecnologici. Tra le altre cose, proprio il settore tecnologico europeo, molto legato al mondo industriale e in particolare all’automotive, fino ad ora ha deluso i mercati. Il settore bancario, sebbene stia sovraperformando il mercato ormai da due anni, resta resiliente, nonostante il calo dei tassi previsto. Le valutazioni offrono ancora upside. Più cautela invece per il settore industriale e automobilistico, meglio attendere il 2025 per tornare a guardarlo.