Economia

Pil e lavoro resistono, ma l'Italia rallenta. Confesercenti lancia l'allarme spesa

di Redazione
 
Pil e lavoro resistono, ma l'Italia rallenta. Confesercenti lancia l'allarme spesa
L’economia italiana sta navigando in un mare di segnali contrastanti, dove l’occupazione mostra un’incoraggiante tenuta e l’inflazione finalmente rallenta, eppure la spesa delle famiglie non riesce a ingranare la marcia. È il quadro agrodolce che emerge dalle recenti proiezioni Confesercenti-CER sulla congiuntura economica italiana nel terzo trimestre del 2025, che evidenziano un punto cruciale: senza un deciso scatto dei consumi, la crescita futura del Paese è a rischio.

Sul fronte macroeconomico, i dati offrono motivi di cauto ottimismo. Il mercato del lavoro ha registrato un aumento degli occupati dello 0,9% su base annua, il miglior dato dall’inizio del 2025, superando la battuta d’arresto di agosto. Anche i prezzi danno respiro: l’inflazione è scesa all’1,6%, attestandosi al di sotto dell’obiettivo della BCE.

Il PIL ha recuperato la flessione primaverile, con una crescita attesa dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua. Tuttavia, l'entità di questa ripresa è inferiore ai ritmi più vivaci registrati nei primi mesi dell’anno (+0,3% congiunturale), suggerendo una perdita di slancio complessiva.

La nota dolente risiede nella spesa per consumi delle famiglie, che appare essersi arenata. Dopo un 2024 più dinamico, l'aumento acquisito della spesa nei primi nove mesi del 2025 si è fermato a un modesto 0,3%, un calo drastico rispetto all'1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente.

Le proiezioni indicano che la crescita complessiva dei consumi per tutto il 2025 si fermerà a un timido +0,5%, pari a circa 5,6 miliardi di euro aggiuntivi in termini reali. Questo rallentamento si riflette direttamente sul commercio al dettaglio, che continua a mostrare sofferenza, con una riduzione del volume delle vendite dello 0,4% nel terzo trimestre.

Come sottolinea Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti: "Il 2026 porterà sfide cruciali su molti fronti: con il dispiegarsi degli effetti dei dazi e la conclusione del PNRR, che finora ha sostenuto gli investimenti, la spesa delle famiglie sarà determinante per la domanda interna e per la crescita. Lo stesso Governo nel DPFP confida per il prossimo anno in un incremento dei consumi del +1,2%, un obiettivo difficile da raggiungere senza un impulso più deciso. Il previsto intervento sul fisco potrebbe non avere la scala necessaria per svolgere questo ruolo, tanto che, secondo i prospetti riportati nel DPFP, il Governo non associa ad esso alcun effetto espansivo sui consumi. Occorre fare di più per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la crescita".

Secondo Confesercenti-CER, la tenuta della domanda interna sarà cruciale per il 2026, soprattutto considerando il dispiegarsi degli effetti dei dazi internazionali e la conclusione del PNRR, finora grande volano degli investimenti.

L'analisi evidenzia una discrasia tra l'obiettivo del Governo, che nel Documento Programmatico di Bilancio (DPFP) confida in un incremento dei consumi del +1,2% per il prossimo anno, e la scarsa incisività degli strumenti previsti. Si teme che il previsto intervento sul fisco non abbia la "scala necessaria" per fungere da vero stimolo, tanto che lo stesso Governo non gli associa alcun effetto espansivo sui consumi nei suoi prospetti.

La crescita economica italiana non potrà fare affidamento solo sulla stabilità di prezzi e occupazione: è indispensabile un impulso più deciso per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la domanda interna. La spesa delle famiglie si configura, a tutti gli effetti, come l’ago della bilancia per determinare la traiettoria dell’Italia nei prossimi anni.
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