Economia

Cent'anni fa nasceva Leopoldo Pirelli, simbolo dell'imprenditoria illuminata

di Demetrio Rodinò
 
Cent'anni fa nasceva Leopoldo Pirelli, simbolo dell'imprenditoria illuminata
Nella storia del Paese sono pochi gli esempi di imprenditori che si identificano con la loro azienda al punto tale da diventare con essa un unicum, un simbolo, una strada da indicare, un esempio da seguire.

E' il caso di Leopoldo Pirelli, di cui si è celebrato il centenario della nascita, l'uomo che, raccogliendo la pesante eredità familiare (il nonno, Giovanni Battista, e quindi il padre, Alberto) ha portato l'azienda ad evolversi, ad essere un protagonista globale, a segnare la storia industriale del Paese.

Leopoldo Pirelli, prima ancora di mettersi alla guida dell'impresa di famiglia, volle percorrere, al suo interno, ogni gradino, accumulando la necessaria esperienza da mettere al servizio dell'azienda e degli uomini che ne facevano parte, da chi stava in cima alla catena di comando, fino all'operaio o all'impiegato appena assunti.

Era un uomo al quale non faceva paura sporcarsi le mani, ma nel senso più reale del termine perché, nonostante fosse ''figlio'' e ''nipote'', passò per vari incarichi di responsabilità, ma inattesi per chi era destinato ad ereditare oneri e onori. Al punto che, nel suo c.v., trova posto anche l'incarico di capoturno di un reparto nella fabbrica pneumatici di Tivoli.
 
Fu in quegli anni - i Cinquanta - quando ancora le ferite della guerra erano recenti e dolorose, che Leopoldo Pirelli mise a punto la sua visione dell'azienda, ma anche del Paese, lanciandosi in avventure che oggi definiremmo visionarie, ma che, in quei tempi, andavano oltre la logica imprenditoriale, spingendosi verso una dimensione in cui tutte le realtà dell'azienda dovevano trovare posto e, quindi, affermazione.

La stessa idea di regalare non alla Pirelli, ma alla città di Milano, un simbolo che la rappresentasse - il Grattacielo - quando il Paese era alla ricerca di una identità immediatamente riconoscibile, lo proiettò oltre il ruolo di capo di una azienda all'avanguardia e pronta ad andare alla conquista dei mercati globali, elevandolo ad esempio per generazioni di imprenditori.

Il Grattacielo Pirelli, quindi, nell'idea dell'architetto Gio Ponti, diventò  un “monumento ad onore della città e della civiltà”,  mischiando funzionalità e bellezza, facendolo diventare un simbolo della Milano che risorgeva e che voleva fortemente crescere

Dal 1965 in avanti, da quando, cioè, assunse la carica di presidente, Leopoldo Pirelli fu l'artefice di una crescita impetuosa dell'azienda, passando peraltro attraverso epoche e circostanze (come eventi internazionali) che ne avrebbero potuto frenare lo sviluppo e che lui superò, guardando semplicemente avanti.

Oggi Pirelli è una realtà che trova eco in ogni angolo del mondo, anche grazie ad oculate scelte di marketing e di programmazione, che sono una delle eredità che ha lasciato, alla sua azienda ed al Paese. Come quando sosteneva che fare impresa significhi prima di tutto assumersi un dovere, verso chi lavora e verso il mondo che ci circonda
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