Tu chiamali come vuoi
Io li chiamo soltanto eroi
Eroi di tutti i giorni
Che a pensarli mi innamoro
Di ogni donna ed ogni uomo
Che, ogni volta che li incontro
Se li canto, mi commuovo
Eroi a modo loro
Tu chiamali come vuoi
Io li chiamo soltanto eroi
Eroi che non ricordi
Senza medaglie e senza trono
Che non si arrendono davanti a niente
E sono, sì, eroi a modo loro
Eroi a modo loro
(Eroi, testo di Alfredo Rapetti e Carlo Di Francesco)
Da settimane chiunque apra la televisione si trova a guardare la martellante pubblicità con cui Enel inonda di messaggi positivi, che ovviamente la riguardano, dando dell'azienda una immagine celebrativa, soffondendola di un appello ai sentimenti, dall'amore filiale, allo spirito di servizio.
Una pubblicità che ha scelto come colonna sonora ''Eroi'', un brano di Fiorella Mannoia, che, per Enel, racchiude tutto quello che dice di essere, o forse vorrebbe essere.
Eroi, dice Fiorella Mannoia, con Enel che si appropria del testo, per incensarsi. Operazione, comunque, sempre rischiosa perché il destino ti può fare cadere in un tranello. E allora, dopo avere visto e rivisto lo spot, ti chiedi se gli eroi siano quelli imbevuti nel miele degli stereotipi oppure siano quegli uomini e quelle donne, targati Enel, che lottano per difendere il loro lavoro e, con esso, il pane per le loro famiglie.
Forse Corigliano-Rossano, nello Jonio cosentino, è troppo lontano dal cuore dell'impero dell'Enel, forse troppo alla periferia dei possedimenti per avere l'attenzione che merita. Eppure, nella centrale Enel di Sant'Irene-Cutura, si vivono ore drammatiche, che segnano, semmai ce ne fosse stato il bisogno, come le maestranze si sentono oggetto di una ingiustizia. Non sono dipendenti ''diretti'' di Enel, ma della società che si occupa delle pulizie dell'impianto, che, dopo una comunicazione del gruppo energetico, questo dicono i lavoratori, hanno avuto notificato un secco taglio dell'orario di lavoro. Che significa meno soldi a fine mese e più preoccupazioni.
La protesta c'è stata e immediata, che ha anche avuto successo, ma solo dopo che le maestranze hanno minacciato di bloccare, simbolicamente, gli accessi alla centrale. Il provvedimento è rientrato in queste ore, con l'assicurazione da parte della società, la C.M. Service, che le ore settimanali sarebbero rimaste 40, in pratica bloccando il tentativo di passare da un regime di full time a uno, meno remunerativo, di part time.
Ora, al di là del fatto che la protesta è rientrata, quanto accaduto rimarca come alcune decisioni siano prima adottate, senza valutarne le conseguenze per i destinatari, per poi essere rimangiate quando la vicenda ha preso una piega inattesa, con la grande solidarietà che è stata dimostrata, oltre che dai sindacati, anche dalla politica, agli operai e alle loro problematiche.
Si potrebbe dire che, alla fine, ha prevalso il buonsenso e che una misura ai più sembrata inspiegabile sia stata revocata. Ma, allo stesso modo in cui è stata cancellata, temono i lavoratori, potrebbe essere riproposta, una volta attenuatosi il clamore intorno ad essa.
I lavoratori non chiedono regali o trattamenti migliorativi, ma solo di vedere rispettata la loro dignità, sollecitando come primo atto concreto l'applicazione del contratto collettivo nazionale. Ma i timori sono tanti e le rimostranze hanno un obiettivo, scontato: Enel che, dice Giuseppe Accroglianò, che ha guidato la protesta, '' gioca con noi da troppo tempo''.