Economia

CFO italiani: il 58% teme un impatto sul fatturato, ma solo il 5% si struttura per il rischio

di Redazione
 
CFO italiani: il 58% teme un impatto sul fatturato, ma solo il 5% si struttura per il rischio
In un panorama globale segnato da conflitti, protezionismo e crescenti tensioni commerciali, l'incertezza è la nuova costante che domina l'orizzonte strategico delle imprese. E il timore è concreto: il 58% dei Chief Financial Officer (CFO) italiani teme un impatto diretto sul fatturato nei prossimi sei mesi.

È la fotografia scattata dal nuovo report di Deloitte, "Affrontare la nuova realtà geopolitica. Le sfide e le opportunità per i CFO italiani", basato su uno studio condotto su oltre 1500 CFO in 14 Paesi europei. L'analisi evidenzia come i rischi geopolitici siano percepiti come una minaccia prioritaria, capace di mettere seriamente alla prova la resilienza e le prospettive di crescita.

Nonostante la percezione del pericolo sia elevatissima, emerge un dato che suona come un campanello d'allarme: solo il 5% dei CFO italiani si sta dotando di una struttura dedicata al monitoraggio e alla gestione dei rischi geopolitici. Prevale, infatti, un approccio ancora informale e una cautela che porta il 37% dei CFO a preferire l'attesa di ulteriori sviluppi, data l'elevata dinamicità della situazione attuale.

"Il rischio geopolitico oggi è una certezza più che una possibilità. Tuttavia, la geopolitica non rappresenta più soltanto una minaccia, ma una variabile strategica che ogni azienda deve monitorare attentamente" commenta Riccardo Raffo, CFO Program Leader di Deloitte. Sottolineando l'urgenza, Raffo evidenzia come la capacità di gestire l'incertezza e anticipare le instabilità sia l'elemento che farà la differenza.

L'incertezza si riflette anche sulle strategie di investimento. Soltanto 2 CFO su 10 si dichiarano propensi ad assumere nuovi rischi in fase di pianificazione strategica, segnando un calo di 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Tuttavia, gli investimenti non si arrestano, ma si fanno più selettivi con la rasformazione digitale: priorità assoluta con il 48% dei CFO che prevede un aumento del budget. Efficientamento operativo, il 42% punta all'ottimizzazione interna delle operation. Per quanto riguarda il finanziamento, in un contesto di forte volatilità dei mercati, i CFO preferiscono l'autofinanziamento (61%) e i prestiti bancari (43%), lasciando in secondo piano equity e debito societario.

La consapevolezza della minaccia sta spingendo una parte della dirigenza finanziaria all'azione, seppur con un approccio ancora poco strutturato: il 56% dei direttori finanziari si muove utilizzando analisi di scenario per anticipare situazioni inattese. Circa 2 CFO su 10 conducono già "stress test" per verificare la tenuta della strategia aziendale. Solo il 10% ha avviato discussioni interne per diversificare e proteggere le supply-chain.

Il CFO emerge dunque come la figura centrale per integrare i rischi geopolitici nella pianificazione aziendale, sfruttando la propria visibilità sulle principali variabili quantitative. La sfida per il futuro immediato è trasformare la consapevolezza del rischio in azioni strutturate e sistematiche che non si limitino all'attesa degli sviluppi, ma che costruiscano proattivamente la resilienza finanziaria e le opportunità di crescita in un mondo multipolare.
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