Attualità
Autogrill, dopo il servizio di Far West nulla è cambiato: igiene ancora al palo
di DR

Sono passati solo pochi giorni dalla messa in onda della puntata di Far West su Rai3, quella del 10 ottobre, in cui l’inviato Andrea Sceresini ha documentato condizioni di lavoro e igiene al limite dell’accettabile all’interno di alcuni Autogrill italiani. Un’inchiesta che ha testimoniato ritmi di lavoro disumani, telecamere di sorveglianza h24, direttori che, sempre secondo le testimonianze raccolte, sottoporrebbero i dipendenti a pressioni continue per raggiungere obiettivi di produttività quasi impossibili se non impossibili.
Nel servizio è intervenuto anche Pierpaolo Portacci, ex direttore di un punto Autogrill, che ha parlato apertamente di “un sistema aziendale” basato sull’erogazione dei premi di risultato. Per ottenere quei premi, ha raccontato, i direttori devono spremere il personale fino all’osso, riducendo al minimo le pause, i turni e persino le possibilità di andare in bagno. C’è chi di notte lavora completamente da solo, esposto a rischi per la sicurezza e costretto a gestire da sé ogni mansione, dal banco alla cassa, fino alla preparazione dei panini e dei caffè.
Al netto della condizione dei lavoratori, situazione gravissima sulla base delle testimonianze mandate in onda, le immagini mostrate da Far West mostravano panini riposizionati sul bancone il giorno successivo con il prosciutto ormai scuro, cucine con ruggine e incrostazioni, alimenti conservati in modo discutibile. Eppure, a distanza di giorni, sembra che poco o nulla sia cambiato.
Ieri, percorrendo l’autostrada tra Firenze e Bologna, ho deciso di fermarmi in un punto Autogrill per verificare di persona. Mi sono trovato davanti a una scena che lascia interdetti: la cassiera, dopo aver maneggiato denaro, mi ha servito un panino senza guanti, senza pinze, e senza alcuna attenzione alle più elementari norme igieniche. È bastato uno sguardo per capire che l’episodio non era isolato.
Ma dov’è finita l’igiene? Possibile che nessuno controlli?
Chiunque abbia mai seguito un corso HACCP, la normativa europea che regola la sicurezza alimentare, sa che è tassativamente vietato maneggiare denaro e cibo senza adeguata separazione delle mansioni o dispositivi di protezione. Le mani sono il principale veicolo di batteri, e l’obbligo di guanti, pinze o barriere sanitarie non è un vezzo, ma una garanzia per la salute dei clienti.
E allora viene spontaneo chiedersi: a cosa serve un’inchiesta televisiva se, a distanza di giorni, tutto sembra esattamente come prima? Possibile che le testimonianze raccolte da Far West non abbiano spinto le autorità sanitarie a intervenire con controlli immediati? È accettabile che in un Paese che fa dell’eccellenza gastronomica un simbolo di identità, si possa ancora assistere a scene del genere, tra banconi unti e panini serviti a mani nude?
Forse il problema non è solo di chi lavora dietro il banco, ma di un sistema che continua a misurare la qualità del servizio solo in termini di velocità e fatturato. Se la produttività diventa un dogma e la dignità del lavoro un dettaglio, allora la logica del profitto schiaccia non solo i dipendenti, ma anche noi consumatori, tutti noi.