Una violenta esplosione ha distrutto nella tarda serata di giovedì le due auto di proprietà del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione di Rai 3 "Report". Le vetture, parcheggiate davanti alla sua abitazione a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, sono state completamente avvolte dalle fiamme, provocando danni anche al cancello e alle abitazioni vicine. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, ma la paura è stata enorme.
La figlia del conduttore era passata nei paraggi: “L’esplosione avrebbe potuto ucciderla”. Una tragica eventualità ribadita anche dai profili social della trasmissione Report: “La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”.
Lo stesso Ranucci ha raccontato sui social che “due ordigni hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa, alle porte di Roma. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l’intero quartiere”. Sul profilo ufficiale di Report si legge inoltre: “Questa notte un ordigno è stato piazzato sotto l’auto del giornalista. L’auto è saltata in aria, danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato avvisato il Prefetto”.
Sul posto sono intervenuti carabinieri, Digos, vigili del fuoco e polizia scientifica. La Procura di Roma ha affidato il caso ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, il pubblico ministero Carlo Villani, coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò, procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. Gli inquirenti stanno acquisendo immagini di videosorveglianza e testimonianze per risalire alla natura e alla provenienza dell’ordigno rudimentale.
Immediata la reazione del mondo politico e istituzionale. “Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile”, ha scritto su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi”.
Sulla stessa linea il vicepremier Matteo Salvini: “Quanto successo a Pomezia è di una gravità inaudita e inaccettabile. Totale solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia”.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attraverso una nota di Palazzo Chigi, ha espresso:“Piena solidarietà al giornalista e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”.