Esteri

Attentato Gerusalemme. Netanyahu, sul luogo della strage, annuncia la dura risposta di Israele

di Diego Minuti
 
Attentato Gerusalemme. Netanyahu, sul luogo della strage, annuncia la dura risposta di Israele

Il primo ministro Benjamin Netanayhu, appena arrivato, insieme al ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, paladino dell'ultradestra, sul luogo dell'attentato che, a Gerusalemme, ha causato la morte di sei israeliani, il ferimento di una ventina, mentre i due terroristi sono stati uccisi sul posto per la reazione di un soldato e di alcuni civili, ha descritto il Paese come impegnato in una "guerra intensa su diversi fronti".

Un attentato che, in un momento in cui il governo israeliano è fortemente osteggiato in patria dai sostenitori dell'urgenza di porre fine alle ostilità nella Striscia, rischia paradossalmente di alimentare la narrazione che Netanyahu fa della necessità di eradicare con ogni mezzo i movimenti terroristici, con la totale ''bonifica'' di Gaza.
 
E che la risposta di Israele all'attacco - di cui qualcuno tra i responsabili della sicurezza interna dovrebbe assumersene le colpe, visto che due soggetti armati sono giunti indisturbati nel cuore della capitale - sarà dura, seguendo il copione solito del ''post attentati'', lo ha annunciato lo stesso primo ministro dicendo che ''è in corso un inseguimento e l'accerchiamento dei villaggi da cui provenivano i terroristi. Una delle persone che ha ucciso il terrorista era un soldato ultra-ortodosso del battaglione Hashmonaim", facendo riferimento ai giovani che studiano i testi sacri dell'ebraismo e che, sino a poco tempo fa, erano esentati dal servizio militare.

"Questi omicidi, questi attacchi, su tutti i fronti, non ci indeboliscono. Aumentano solo la nostra determinazione a portare a termine le missioni che ci siamo assunti, a Gaza, in Giudea e Samaria, ovunque", ha dichiarato Netanyahu, facendo capire che gli obiettivi che il governo si è posto per mettere in sicurezza i confini del Paese, portandoli ben oltre quelli attuali, con la creazione di zone cuscinetto con le aree abitate dai palestinesi, sono ormai una priorità dell'esecutivo. 

Intanto, l'udienza del processo penale che vede Netanyahu imputato davanti il tribunale distrettuale di Tel Aviv e che  era prevista per oggi è stata annullata dopo l'attentato.

Da parte sua Ben-Gvir si è limitato a fare le condoglianze alle famiglie degli uccisi, non perendo comunque l'occasione per ammonire la Corte suprema che, anche ieri, con una sentenza, ha ''bacchettato" le politiche del governo (in questo caso relativamente alle condizioni della detenzione di reclusi per motivi di sicurezza nazionale).

"Quando l'Alta Corte fa qualcosa del genere, invia un messaggio ai terroristi. Dico ai giudici dell'Alta Corte: non fatelo. Le condizioni carcerarie aumentano la deterrenza", ha continuato, sostenendo, quindi, che quanto più duro è il carcere, tanto più si allontana il pericolo di atti di violenza contro Israele.

Le parole di Netanyahu e Ben-Gvir sono state censurare dal leader dell'opposizione Yair Lapid: ''Mentre le vittime giacciono ancora davanti a noi, il governo sta già incolpando il sistema giudiziario, che, ovviamente, non ha fatto nulla per impedirlo, invece di assumersi la responsabilità"- "L'opposizione si è astenuta dall'incolpare il governo per il terribile attacco. Abbiamo deciso di non agire come hanno fatto loro quando abbiamo guidato il Paese in giorni molto più sicuri. Forse questo è un errore politico, ma di fronte alle vittime e al dolore, non saremo come loro", ha scritto Lapid in un post su X.

Il capo dello Stato, Isaac Herzog ha parlato di una giornata ''dolorosa e difficile". Civili innocenti, donne, uomini e bambini sono stati brutalmente assassinati e feriti a sangue freddo su un autobus a Gerusalemme da terroristi vili e malvagi. "Di fronte a questa barbarie, abbiamo assistito a straordinari atti di eroismo che hanno impedito ulteriori perdite di vite innocenti".

"Questo attacco scioccante ci ricorda ancora una volta che stiamo combattendo il male assoluto. Il mondo deve capire contro cosa abbiamo a che fare, e che il terrore non ci sconfiggerà mai", ha scritto Herzog in un post.

Da parte sua il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar, da Budapest, ha risposto all'attacco terroristico, durante una conferenza stampa con il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto: "Questa mattina c'è stato un orribile attacco terroristico a Gerusalemme, la nostra antica capitale. Siamo in guerra contro il terrorismo islamico radicale. L'Europa, e tutti i Paesi del mondo, devono ora fare una scelta chiara e fatale: sono dalla parte di Israele o dalla parte dei jihadisti? Sappiamo che l'Ungheria è dalla nostra parte".

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