Burning Buzz

Arrivederci, Roma, Goodbye, au revoir…

di Barbara Leone
 
Ce sta ‘na leggenda romana, legata a ‘sta vecchia fontana, per cui se ce butti un sordino costringi er destino a fatte tornà… E chissà quante storie e vite son passate davanti agli occhi della Fontana di Trevi. Occhi complici e discreti, che negli anni hanno visto monetine lanciate con un groppo in gola, baci rubati al crepuscolo e promesse struggenti consacrate al suo maestoso cospetto. E in sottofondo lei: l’acqua scrosciante che canta la più bella serenata romana. Che colpo al cuore vederla oggi ridotta così. Una cartolina mal riuscita, che neanche i più pessimisti avrebbero immaginato: al posto dell'imponente bacino d’acqua, una piccola piscinetta comunale. È così che Roma, da “caput mundi”, rischia di diventare “barzelletta mundi”, sotto il peso di un’amministrazione che sembra fare il possibile per mettere a dura prova anche gli animi più pazienti. L’antica fontana, simbolo immortale dell’arte barocca, si è trasformata in una vaschetta da giardino, decorata con un imbarazzante contenitore in compensato. Il povero turista, che magari si è sciroppato un volo intercontinentale di otto ore, arriva alla sospirata Fontana di Trevi con la monetina in mano e dove gli tocca lanciarla? In una piscinetta da discount. Il tutto attraverso un’orripilante passerella di metallo che, in capa a Robertone Gualtieri, dovrebbe permettere ai visitatori di ammirare la Fontana dall’alto… vuota. Sai che gioia! La scusa è quella dei lavori di restauro per il Giubileo. Lavori eterni, del resto siamo nella Città Eterna, o no?

Sui social, ça va sans dire, la satira va a nozze. La foto della piscinetta pubblicata su Welcome to Favelas è diventata virale, e la rete si scatena: “Pensa se fai 14 ore di aereo e te ritrovi ‘na piscinetta comunale”, commenta uno. “Sembra la piscina gonfiabile del Lidl”, sentenzia un altro. “Prossima fermata: Piscina di Trevi, uscita lato destro”, suggerisce qualcuno, immaginando l’annuncio della fermata della metro. E non manca neppure l’intervento dell’attore Alessandro Gassman, che commenta caustico: “Quel tocco di classe che tutti si aspettavano”. Intanto, il caro sindaco sfodera il suo miglior sorriso smagliante sul suo faccione e su TikTok, esultando per chissà quale altra trovata geniale, mentre la Capitale si prepara al Giubileo che, per noi romani, si preannuncia come un  surreale giro di giostra. In una città che pare quasi voler scivolare via, tra decisioni discutibili e l’incredulità generale, come se il suo destino fosse ormai ridotto a una sit-com. E così, invece di dare il benvenuto ai milioni di pellegrini e turisti attesi per il Giubileo, la Capitale si ritrova ad offrire un’immagine grottesca di sé. Tramutata ob torto collo nell’ombra di se stessa, Roma pare galleggiare, proprio come quella ridicola piscinetta, in un mare di incertezze e inadeguatezze. È come se quella che è universalmente riconosciuta come la città più bella del mondo, si stesse affannando per cercare soluzioni che nessuno ha chiesto e che nessuno desidera, mentre le sue attrazioni principali vengono trasformate in meme viventi. Il Giubileo, evento simbolo per il quale Roma dovrebbe splendere, sembra diventare l’ennesima occasione sprecata, con una Capitale che inciampa su ogni dettaglio, tra cantieri senza fine, opere incompiute e scelte che suscitano più risate che ammirazione.

Una tragicommedia che valica i confini, con la stampa internazionale che ovviamente non ha perso occasione per amplificare la notizia: il quotidiano britannico “Metro” descrive il nuovo bacino rettangolare con una precisione impietosa, definendolo “una scatola in compensato, disadorna e finita alla meglio”. Alcuni turisti, intervistati dal “Guardian”, riescono persino a trovarci una punta di romanticismo, perché in fondo, dicono, l’importante è lanciare la monetina che li farà tornare, chissà quando, in una Roma, si spera, più degna del suo monumentale nome. Ma chissà, magari c’è davvero un pizzico di nostalgia, in questo scenario così assurdo da sembrare quasi poetico. O è solo una dolce consolazione di fronte al danno. I romani, dal canto loro, non sanno più se ridere o piangere. Guardano la loro città come si guarda un vecchio parente che sta perdendo colpi, con quell’affetto che non si spegne ma che è sempre più spesso mescolato a un certo sconcerto. Non è facile essere cittadini di Roma oggi, tra piscine gonfiabili, cinghialotti a spasso per il centro, cumuli di immondizia, buche e giunte che si danno un gran da fare… su TikTok. Non ci resta che immaginare il futuro di Roma come un grande gioco di prestigio: chissà, la prossima sorpresa potrebbe essere la Colonna Traiana travestita da tubo scivolo, il Pantheon dotato di un tetto a scomparsa o il Colosseo trasformato in un’arena per concerti estivi. Visto che il Circo Massimo, ahinoi, da quel dì già lo è.  Nella trepidante attesa dei 32 milioni di pellegrini previsti per il Giubileo (aiuto aiuto!), l’eco di un’antica melodia risuona per i vecchi vicoli di una città che in tanti non riconosciamo più. Arrivederci, Roma, Goodbye, au revoir…
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