Alberto Genovese torna al centro della scena economica italiana, ma solo per chiudere definitivamente un percorso che lo ha visto protagonista assoluto dell’ecosistema startup prima di precipitare nel baratro giudiziario. L’ex enfant prodige della finanza, classe 1977, ha incassato 89,7 milioni di euro per la vendita delle sue ultime quote di Prima Assicurazioni ad Axa, nell’ambito del closing che porta il gruppo francese al controllo del 51% della compagnia. Un incasso rilevante, frutto dell’earn out legato all’uscita dalla società nel 2022, che arriva mentre Genovese si trova ancora nel carcere di San Vittore per scontare le condanne legate al caso “Terrazza Sentimento”.
Ascesa e caduta del golden boy della finanza
Il cerchio si chiude così per un imprenditore che, per oltre un decennio, ha plasmato come pochi l’innovazione digitale in Italia. Dopo aver lasciato eBay, Genovese aveva fondato nel 2008 Facile.it, piattaforma pioniera nel confronto di prodotti finanziari e assicurativi, poi ceduta nel 2014 a Oakley Capital per oltre 100 milioni di euro. Nel 2015 aveva lanciato Prima Assicurazioni, destinata a diventare uno dei rari unicorni italiani grazie a un modello tecnologico avanzato e alla capacità di attrarre investimenti globali, culminati nel maxi-round da 100 milioni di dollari sottoscritto nel 2018 da Goldman Sachs e Blackstone. Nello stesso anno aveva aperto un’altra frontiera con brumbrum, rivenditore online di auto usate poi ceduto a un socio.
Accanto alla creazione di nuove imprese, Genovese aveva costruito un portafoglio di investimenti nell’ecosistema startup, dai cosmetici di Abiby all’e-commerce di Mirta, fino ai servizi digitali di Zappyrent e Jobtech. Una costellazione di iniziative che lo aveva reso uno degli imprenditori più influenti, studiati e imitati del panorama tecnologico italiano, simbolo di una generazione di founder che ambiva a portare l’Italia nell’olimpo europeo dell’innovazione.
Tutto è cambiato nel novembre 2020. L’arresto per spaccio di droga e violenza sessuale su una ragazza che aveva partecipato a un festino nel suo attico milanese, la famigerata “Terrazza Sentimento”, ha segnato l’inizio della fine. Alle prime accuse se ne sono aggiunte altre, in un crescendo di rivelazioni che ha travolto la sua vita personale e professionale. Le condanne sono arrivate in sequenza: cinque anni e quattro mesi per cessione di stupefacenti, un anno e sette mesi per abusi sessuali, e ulteriori 15 mesi in un secondo filone per tentata violenza, detenzione di materiale pedopornografico e intralcio alla giustizia. Da allora Genovese vive recluso a San Vittore, lontano dall’impero digitale che aveva contribuito a costruire.
Il processo di uscita da Prima Assicurazioni era iniziato subito dopo l’arresto. Prima le dimissioni dalle cariche operative, poi la cessione del 25% del capitale nel 2022 per 200 milioni di euro. Con il perfezionamento dell’operazione davanti al notaio Andrea de Costa e la vendita delle ultime quote ad Axa, tutti i rapporti, diretti e indiretti, tra Genovese, la società e gli investitori internazionali si interrompono definitivamente.
Nel frattempo Prima Assicurazioni, oggi uno dei principali player digitali nell’assicurazione auto con oltre 5 milioni di clienti, entra stabilmente nell’orbita Axa. La società francese ha confermato che l’acquisizione consentirà di valorizzare ulteriormente il know-how tecnologico della startup, rafforzando il suo posizionamento nel mercato europeo.
Per Genovese, invece, la partita imprenditoriale si chiude qui. Un epilogo che intreccia innovazione straordinaria e responsabilità gravissime, successi miliardari e rovine personali. La sua storia resta una delle parabole più complesse della recente economia italiana. Quella di un visionario capace di creare due unicorni e, allo stesso tempo, di distruggere la propria credibilità travolto da vicende giudiziarie che ne hanno stravolto l’immagine pubblica e il destino personale.