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Al Forum Risorse Umane 2024, Gility presenta “la formazione nel mosaico generazionale”
di Redazione
Al Forum Risorse Umane 2024, Gility ha svelato i risultati della sua ricerca “La formazione nel mosaico generazionale”, un’indagine che mette in luce l’importanza strategica della formazione per favorire lo scambio di competenze tra generazioni diverse.
L’azienda, nata da una collaborazione tra CDP Venture Capital Sgr e Bper Banca, ha sottolineato come la diversità generazionale rappresenti una risorsa che, se valorizzata, può diventare un vantaggio competitivo per le imprese italiane.
La ricerca, condotta su 150 aziende nel corso del 2024, ha coinvolto figure chiave del mondo delle risorse umane e del learning & development, oltre a diversi business leader. I risultati sono stati arricchiti in diretta durante l’evento, quando i manager presenti sono stati invitati a identificare punti di forza e criticità per ognuna delle quattro generazioni aziendali: Baby Boomer, Generazione X, Millennial e Gen Z.
Durante la presentazione, Flavio Molinari, CSO e cofondatore di Gility, ha evidenziato come l’integrazione tra generazioni diverse sia cruciale per il successo delle imprese. “Non si tratta solo di gestire le differenze generazionali, ma di trasformarle in un pilastro strategico. Le nuove generazioni desiderano apprendere e crescere, mentre i senior custodiscono competenze preziose che devono essere condivise. Creare una cultura aziendale che favorisca il mentoring e lo scambio reciproco è una necessità imprescindibile per costruire organizzazioni competitive e resilienti”, ha dichiarato.
Dalla ricerca emerge un quadro articolato: i giovani, in particolare, si dimostrano desiderosi di apprendere dai colleghi più esperti: quasi il 90% dei dipendenti junior intervistati riconosce l’importanza del mentoring. Tuttavia, molte aziende riportano una certa resistenza da parte dei senior nel ricoprire questo ruolo, un dato che sottolinea l’urgenza di programmi che incentivino una maggiore condivisione delle conoscenze
Un altro aspetto cruciale è rappresentato dai programmi di formazione implementati dalle aziende negli ultimi anni. Le iniziative più diffuse hanno riguardato lo sviluppo delle soft skill, il team building e il networking interno. Tuttavia, percorsi come il mentoring, i gruppi di lavoro multigenerazionali e i programmi di inclusione e diversità restano ancora poco sviluppati.
Le nuove generazioni, inoltre, mostrano priorità ben definite: per il 45% dei giovani lavoratori, l’equilibrio tra vita personale e professionale è l’aspetto più importante del proprio percorso professionale, seguito dalla crescita personale e dalla retribuzione. Questo cambiamento di prospettiva rappresenta una sfida e al contempo un’opportunità per le aziende, che devono ripensare le loro offerte formative per attrarre e trattenere i migliori talenti.
Le modalità di erogazione della formazione sono un altro elemento chiave. Le generazioni più giovani prediligono approcci ibridi, che combinano formazione in presenza, sessioni live e-learning e contenuti on-demand, mentre strumenti innovativi come la realtà virtuale rimangono ancora una nicchia poco esplorata. La ricerca ha confermato che la formazione multigenerazionale non solo migliora la coesione dei team, ma favorisce anche il senso di appartenenza all’organizzazione.
Un dato significativo è quello che evidenzia come oltre il 70% degli intervistati ritenga questi programmi fondamentali per creare un ambiente inclusivo e collaborativo.
Flavio Molinari, commentando i risultati, ha concluso: “Per le nuove generazioni, la formazione non è solo un mezzo per avanzare in azienda, ma uno strumento per sviluppare competenze trasversali e costruire una carriera flessibile e dinamica. Le imprese devono cogliere questa trasformazione culturale e investire in percorsi formativi che guardino oltre le esigenze immediate, puntando a una professionalità sostenibile nel lungo termine.”