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Addio a Remo Girone, l'icona de "La Piovra" e attore internazionale
Addio a Remo Girone

La notizia arriva dal Principato di Monaco, dove amava vivere da tempo con la moglie, l'attrice Victoria Zinny: Remo Girone si è spento improvvisamente all'età di 76 anni. Un lutto che colpisce il mondo dello spettacolo, costringendoci a misurare la distanza che separa il ricordo popolare dall'effettiva grandezza di un artista.
Per tutti, Girone è l'indimenticabile, glaciale e tormentato Tano Cariddi, il ragioniere della mafia, l'emblema della corruzione e della fredda ambizione ne "La Piovra". Il suo volto segnato e la dizione perfetta, quasi ieratica, hanno scolpito nella memoria collettiva il male lucido e organizzato, trasformandolo in un'icona televisiva mondiale. Oggi, il mondo del web e della televisione lo piange con unanime omaggio a questo ruolo spartiacque.
Ma Girone è stato infinitamente di più. L'uomo elegante, nato ad Asmara nel 1948, era un attore di rara profondità, formatosi all'Accademia Silvio d'Amico e animato da una passione viscerale per il teatro. A teatro, in fondo, aveva trovato i suoi maestri e la sua vera ispirazione in Anton Čechov - una predilezione che lo riporta lontano dall'ombra della Piovra, verso le inquietudini universali dei drammi russi. La sua interpretazione di "Zio Vanja", diretta da Peter Stein e premiata a Edimburgo nel 1996, ne è la testimonianza più alta.
Questa profonda preparazione teatrale ha forgiato in lui una duttilità che ha saputo nascondere con magistrale discrezione in oltre mezzo secolo di carriera tra cinema e TV. Lavori con Pasquale Squitieri, Damiano Damiani, Ettore Scola, fino ad arrivare, negli ultimi anni, alla ribalta internazionale grazie a quella sua voce profonda e vellutata, unita alla impeccabile padronanza dell'inglese.
Negli ultimi anni, quasi a voler scrollarsi di dosso la condanna del "cattivo", Girone aveva sorpreso pubblico e critica accettando ruoli in grandi produzioni hollywoodiane, spesso mettendo in luce la sua figura più saggia e gentile. È stato un carismatico e credibile Enzo Ferrari in "Le Mans '66 - La grande sfida" di James Mangold, confermando la sua statura internazionale.
Il suo più recente passaggio, l'anno scorso, è stato in "The Equalizer 3 - Senza tregua" accanto a Denzel Washington, dove ha vestito i panni del buon dottore, Enzo Arisio, quasi a voler offrire al pubblico un’ultima, rassicurante immagine: un volto italiano di saggezza e gentilezza.
Remo Girone ci lascia con l'eco della sua voce inconfondibile e il paradosso di un attore versatile costretto per sempre nel ruolo del villain più iconico della storia della TV italiana. Se ne va un pezzo di storia della recitazione, un interprete che amava essere il "cattivo di peso" perché, in fondo, era convinto che solo un grande antagonista potesse rendere memorabile il "buono". E Girone è stato, indiscutibilmente, un grande.