Quando Elon Musk vedrà Donald Trump pronunciare la formula di giuramento sulla Bibbia, consacrando sé stesso come presidente degli Stati Uniti, saprà che è ormai realtà il suo sogno, quello di essere determinante, su scala globale, in politica oltre che in economia. Quindi, chi si chiedeva cosa avesse spinto il patron di Tesla a pagare la bellezza di 44 miliardi di dollari per acquistare Twitter, ora ha le sue risposte, dal momento che la piattaforma social, oltre a confermarsi un potente mezzo di comunicazione, è diventato un formidabile strumento di formazione del pensiero politico, dal momento che i messaggi che vi sono veicolati non hanno quei filtri che sarebbero necessari, diventando veicolo senza ostacoli della peggiore propaganda.
L'anno che verrà: la democrazia nel mondo ha un problema, e si chiama Elon Musk
Una situazione che consente a Musk di portare avanti le sue idee che dovrebbero fare orrore a chi si professa democratico e che invece vengono accettate anche da chi, avendo responsabilità politicamente enormi, dovrebbe temerne le idee, reazionarie - e sin qui, si potrebbe dire, fatti suoi -, ma che tendono al soffocamento dei principi della convivenza civile in molte parti del pianeta.
Non ululiamo alla luna, ma traiamo delle semplici considerazioni su cosa stia facendo Elon Musk e su come intenda il ruolo di ''best friend'' di Trump (pagato, nel vero senso della parola, ad altissimo prezzo, viste le donazioni alla campagna del tycoon) , evidentemente intendendo il rapporto con il futuro presidente come un salvacondotto che gli consente di dire e fare quel che vuole.
Ora che lo faccia in quella che è ormai casa sua (è nato in Sud Africa) potrebbe non interessare a molti, ma l'ego sterminato ormai lo porta ad interessarsi anche di cose, uomini e circostanze da cui, anche per il ruolo ufficiale che sta per assumere nell'imminente amministrazione Trump, dovrebbe tenersi alla larga.
Invece si impiccia di faccende altrui, incurante del fatto che esiste ancora il concetto di sovranità degli Stati, di cui non sembra fregarsene più di tanto.
Ora se in Italia qualcuno - ma non chi di dovere - è insorto quando Musk ha insultato i giudici che avevano mandato a processo Matteo Salvini, mettendo sotto i piedi il nostro ordinamento giudiziario, solo per compiacere qualche amico, in Germania tutti, con qualche intuibile eccezione, sono insorti quando ha dato il suo appoggio morale - solo morale, si chiede qualcuno? - ai neonazisti di Alternative fur Deutschland, definendoli come la sola barriera contro il decadimento della società, ovviamente guardando agli immigrati.
Cosa è questa se non ingerenza?
Una incursione in fatti altrui di tale enormità - e considerando che la Germania si sta preparando ad andare alle urne - che persino il presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier si è sentito obbligato a prendere le difese del suo Paese davanti all'arroganza del miliardario, menzionato apertamente, mentre il nostro presidente aveva fatto lo stesso, ma affrontando il problema più in generale.
Oramai Elon Musk pensa in ottica planetaria, forte del fatto che il suo impero economico spazia da un capo all'altro del mondo e che questo lo fa sentire abilitato a dire tutto e l'esatto contrario. Ma, sotto la invidiabile patina che gli deriva dall'essere l'uomo più ricco del mondo e che intrattiene rapporti direttamente con i governi, c'è un uomo che, per le trasgressioni che lui stesso vanta e la sua filosofia rispetto alla famiglia, dovrebbe incutere timori molto più che rispetto.