La casa automobilistica svedese Volvo è sulla buona strada per la sua migliore giornata di trading di sempre, dopo aver riportato un utile del terzo trimestre superiore alle attese, con il titolo che è cresciuto di circa il 40%.
La società ha dichiarato che il risultato è stato in gran parte supportato dalla sua continua e importante riduzione dei costi, nonché da alcune voci una tantum.
Le azioni di Volvo salgono del 40%, dopo utili nel terzo trimestre superiori alle attese
Volvo Cars, che è di proprietà della cinese Geely Holding, ha registrato un utile operativo per il periodo luglio-settembre di 6,4 miliardi di corone svedesi (680,4 milioni di dollari), ben al di sopra delle aspettative degli analisti e in aumento rispetto ai 5,8 miliardi di corone dell'anno precedente.
Il margine sull'utile prima degli interessi e delle imposte (EBIT) è stato del 7,4% per il terzo trimestre, rispetto al 6,2% dello stesso periodo dell'anno scorso.
Volvo Cars ha dichiarato che il risultato è stato in gran parte guidato dal suo programma di riduzione dei costi da 18 miliardi di corone, oltre ad alcune voci una tantum.
Il prezzo delle azioni quotate a Stoccolma è balzato del 41% questa mattina, prima di ridurre i guadagni. mostrando il più grande guadagno intraday dell'azienda da quando ha iniziato a fare trading quattro anni fa.
"In un mercato difficile, abbiamo ottenuto un solido risultato nel terzo trimestre e le nostre azioni in termini di costi e liquidità stanno dando i loro frutti", ha dichiarato Håkan Samuelsson, CEO di Volvo Cars.
"Siamo tornati a una leggera crescita delle vendite a settembre e ora stiamo aumentando le vendite delle nostre auto BEV. Siamo sulla buona strada per l'importantissimo lancio di gennaio dell'EX60 nel segmento elettrico più grande e popolare", ha aggiunto Samuelson.
Guardando al futuro, Volvo Cars ha dichiarato di aspettarsi di vedere effetti più positivi dalla sua campagna di riduzione dei costi negli ultimi tre mesi dell'anno, osservando, tuttavia, che le prospettive a breve termine sembrano essere sempre più impegnative, citando le persistenti sfide macroeconomiche, tra cui la concorrenza sui prezzi e gli effetti dei dazi sulle importazioni statunitensi.