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L'economia italiana ristagna nel terzo trimestre

di Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING
 
L'economia italiana ristagna nel terzo trimestre
Secondo le stime preliminari dell'Istat, dopo aver registrato una lieve contrazione dello 0,1% nel secondo trimestre, l'economia italiana ha ristagnato nel terzo trimestre, contro una previsione di consenso di una lieve espansione dello 0,1%. Su base annua, il PIL è cresciuto dello 0,4%.

Come di consueto nella fase di stima preliminare, l'Istat non ha fornito il dettaglio della composizione della domanda. Sappiamo solo che la domanda interna (al lordo delle scorte) ha agito da freno, mentre le esportazioni nette hanno sostenuto la crescita. Dal lato dell'offerta si registra un aumento del valore aggiunto nell'agricoltura, stabilità nei servizi e una contrazione nell'industria, un andamento sostanzialmente in linea con i dati sulla fiducia pubblicati durante l'estate.

I dati pubblicati oggi confermano un quadro di stagnazione, in cui l'impatto dei dazi statunitensi sui flussi commerciali non si è ancora stabilizzato. Ci aspettavamo una certa ripresa della componente estera, che nel secondo trimestre aveva sottratto lo 0,7% alla crescita trimestrale del PIL, e sembrava ragionevole ipotizzare un minore contributo da parte delle scorte. Riteniamo che alla base del dato piatto vi siano anche un altro trimestre piatto per i consumi privati e una leggera contrazione degli investimenti. A quanto pare, la stagione turistica estiva non ha funzionato come sperato, nonostante i solidi flussi turistici internazionali. I consumatori nazionali hanno probabilmente mantenuto un atteggiamento prudente, con il tasso di risparmio nel terzo trimestre che è verosimilmente rimasto su livelli superiori alla media. Sul fronte degli investimenti, l'incertezza legata ai dazi potrebbe aver pesato sulle decisioni delle imprese nel settore dei macchinari, lasciando l'onere della crescita alla componente infrastrutturale, ancora trainata dalla realizzazione dei progetti del PNRR.

Nel complesso, i dati sul PIL pubblicati oggi mostrano che l'economia italiana è in fase di stagnazione. Gli indicatori di fiducia di ottobre hanno registrato un miglioramento sia per i consumatori che per le imprese, ad eccezione dei servizi, segnando un discreto inizio dell'ultimo trimestre del 2025. Un altro dato positivo è che il mercato del lavoro ha confermato la sua resilienza a settembre, con l'occupazione che ha registrato un discreto aumento mensile e il tasso di disoccupazione, al 6,1%, che si è attestato intorno ai minimi storici. I fondamentali rimangono coerenti con un leggero miglioramento sul fronte dei consumi in un contesto di bassa inflazione.

Confermiamo quindi la nostra previsione di una crescita del PIL marginalmente positiva nel quarto trimestre, che porterebbe la crescita media del PIL per il 2025 allo 0,5%.
 
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