Ambiente

Vertice sull'inquinamento da plastica: il WWF critica il mancato accordo

Redazione
 
Si è concluso senza un accordo il quinto vertice internazionale sull’inquinamento da plastica (INC-5), terminato ieri a Busan, Corea del Sud. Nonostante una settimana di intensi negoziati e la chiara volontà della maggioranza dei governi di adottare misure concrete, le trattative si sono arenate, deludendo le aspettative di chi sperava in un trattato globale vincolante. Il WWF, tra i più attivi sostenitori di un accordo ambizioso, ha espresso profonda insoddisfazione.

Durante l’ultima, accesa sessione plenaria, il Messico e un gruppo di 95 Paesi, tra cui l’Italia, hanno ribadito con fermezza la loro posizione. “Non accetteremo un trattato che non includa misure globali vincolanti e l’eliminazione progressiva delle sostanze chimiche e dei prodotti più problematici,” hanno dichiarato. Il riferimento è soprattutto alla plastica monouso, uno dei simboli dell’inquinamento globale. La richiesta di norme stringenti ha ricevuto un sostegno significativo: l’intervento della rappresentante del Ruanda, Juliet Kabera, che ha chiesto un trattato che copra l’intero ciclo di vita delle plastiche, è stato accolto con un applauso unanime. “Dimostriamo il nostro impegno con azioni concrete,” ha esortato Kabera, incitando i delegati a un accordo ambizioso. Nonostante il mancato risultato, il WWF invita i Paesi a non fermarsi.

“Le misure essenziali per un futuro trattato devono includere divieti globali, eliminazioni graduali delle plastiche dannose e standard per la progettazione dei prodotti,” sottolinea l’organizzazione. Cruciale sarà anche un meccanismo di finanziamento robusto e strumenti per rafforzare il trattato nel tempo, creando un sistema di monitoraggio e supporto internazionale.

Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia
, ha espresso la delusione del movimento ambientalista: “Dopo una settimana di intensi negoziati, ci ritroviamo senza un accordo. Sono passati più di 1.000 giorni e cinque incontri da quando i governi hanno deciso di lavorare a un trattato giuridicamente vincolante. Nel frattempo, sono state prodotte oltre 800 milioni di tonnellate di plastica, spesso monouso e non necessaria, di cui più di 30 milioni sono finite nei nostri oceani, con danni incalcolabili per l’ambiente e la salute umana.”

Alessi ha tuttavia evidenziato segnali positivi per il futuro: “È scoraggiante concludere l’INC-5 senza un accordo, ma la bozza finale e il sostegno di tanti Paesi ci fanno guardare con speranza al 2025. L’approvazione di un trattato vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica è ancora possibile. È il momento di agire.” Il cammino verso un accordo globale rimane dunque incerto, ma la pressione della comunità internazionale e delle organizzazioni ambientaliste come il WWF potrebbe essere la chiave per accelerare i tempi e affrontare uno dei problemi ambientali più urgenti del nostro tempo.

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