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Venezia: cinque film italiani in corsa per il Leone d’Oro

Redazione
 
Venezia: cinque film italiani in corsa per il Leone d’Oro

Dal 27 agosto al 6 settembre il sipario si alza sulla Mostra del Cinema di Venezia numero 82: un’edizione che mescola orgoglio italiano – con cinque titoli in gara – e un firmamento di celebrità internazionali destinate a fare del Lido il centro del mondo.

Venezia: cinque film italiani in corsa per il Leone d’Oro

A rappresentare il nostro cinema ci sarà una cinquina di autori dal profilo altissimo: La Grazia di Paolo Sorrentino - chiamato ad aprire ufficialmente il festival - sarà affiancato da Elisa di Leonardo Di Costanzo, Duse di Pietro Marcello, Un film fatto per Bene di Franco Maresco e Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi. Una squadra di nomi che racconta bene la varietà del cinema d’autore italiano, sospeso tra introspezione, memoria e politica dello sguardo. Sul fronte internazionale, il concorso non lesina titoli attesissimi. Kathryn Bigelow porta a Venezia A House of Dynamite, thriller su un nuovo spettro atomico che sembra cucito sulla sua mano ferrea.

Guillermo del Toro torna al mito gotico con il suo Frankenstein, mentre Yorgos Lanthimos riaffida a Emma Stone il ruolo di musa nel suo Bugonia. Jim Jarmusch si misura con i legami familiari nel film a episodi Father Mother Sister Brother, e Park Chan-wook, vent’anni dopo Lady Vendetta, rientra in gara con No Other Choice. Tra gli altri, François Ozon firma un nuovo adattamento de Lo straniero di Camus, ribattezzato L’étranger. In totale saranno 21 le opere a contendersi il Leone d’Oro. Ma la vera incoronazione mondana sembra già scritta: Julia Roberts, che non era mai stata al Lido, sbarcherà come protagonista di After the Hunt, nuovo film di Luca Guadagnino presentato fuori concorso.

La diva hollywoodiana veste i panni di Alma, docente stimata della Ivy League chiamata a difendere un collega accusato di molestie: un ruolo che promette di generare dibattito. «Quando Amazon ci ha proposto il film era chiaro che sarebbe arrivata anche Julia – ha spiegato il direttore Alberto Barberasenza di lei non avrebbe avuto senso. Sul set, mi dice Guadagnino, è stata straordinaria, disponibile, gentile, meravigliosa. Speriamo che a Venezia si confermi così».

Roberts non sarà certo l’unica icona internazionale ad accendere i riflettori. Sono attesi George Clooney, Cate Blanchett, Emma Stone, Jude Law, Oscar Isaac, Amanda Seyfried, Al Pacino, Martin Scorsese, Laura Dern, Idris Elba, Rebecca Ferguson, Adam Sandler, fino a nomi più sorprendenti come Dwayne Johnson, pronto a lasciare il mondo dei blockbuster per il biopic sportivo The Smashing Machine di Benny Safdie. Le star non sfileranno solo sul red carpet, ma popoleranno le opere in concorso. Clooney, Laura Dern e Adam Sandler compongono il cast della dramedy Jay Kelly di Noah Baumbach; Jude Law si cala nei panni di Vladimir Putin agli esordi della sua scalata in Il mago del Cremlino di Olivier Assayas; mentre il mosaico familiare di Jarmusch vede coinvolti, tra gli altri, Cate Blanchett, Adam Driver, Tom Waits e Charlotte Rampling. Amanda Seyfried, invece, si cimenta con una predicatrice settecentesca in The Testament of Ann Lee di Mona Fastvold.

Del Toro arruola Oscar Isaac e Jacob Elordi, rispettivamente creatore e creatura, per il suo Frankenstein. Gli autori d’Oltralpe non restano a guardare: Silent Friend di Ildikó Enyedi mette in scena la coppia Léa Seydoux e Tony Leung, mentre il film di chiusura, Chien 51 di Cédric Jimenez, schiera Gilles Lellouche, Louis Garrel e Adèle Exarchopoulos. Fuori concorso, Al Pacino compare in due titoli molto attesi: Dead Man’s Wire di Gus Van Sant e In the Hand of Dante di Julian Schnabel, che può vantare un cast corale degno di un’epopea, tra cui Oscar Isaac, Martin Scorsese, Jason Momoa, Gal Gadot e John Malkovich. Chris Pine, invece, affianca Carolina Cavalli nella sua seconda regia,

Il rapimento di Arabella, in programma nella sezione Orizzonti. Willem Dafoe addirittura raddoppia, tra The Souffleur di Gaston Solnicki e Late Fame di Kent Jones, mentre Noomi Rapace sorprende come una Madre Teresa lontanissima dall’iconografia tradizionale in Mother di Teona Strugar Mitevska. Insomma, tra la potenza dei grandi maestri e l’attrattiva delle star globali, la Mostra del Cinema di Venezia si conferma ancora una volta non solo il festival del cinema d’autore, ma anche il palcoscenico più elegante – e più spietato – per misurare l’arte contemporanea con il glamour internazionale.

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