Politica
Bufera su Valditara, che lega le violenze sessuali agli immigrati irregolari
di Redazione
''Deve essere chiaro a ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione, che non ammette discriminazioni fondate sul sesso. Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale''.
Nel grigiore che caratterizza l'operato di qualche ministro, le parole di Giuseppe Valditara hanno creato un terremoto, che certo avrà imbarazzato Giorgia Meloni che da sempre predica attenzione nella comunicazione dei suoi ministri, spesso restando inascoltata.
Ma questa volta Valditara è andato ben oltre l'esposizione di una personale idea politico-sociologica che, se espressa in una sala da the, alla presenza di pochi amici, sarebbe stata anche accettabile (posto che ognuno ha gli amici che si merita). No, lui per stravolgere i canoni del dibattito sulla violenza - anche sessuale - di cui sono vittime, ogni giorno, decine di donne, ha ribaltato il tavolo, sostenendo che gran parte del problema deriva non da un concetto tossico dell'amore, ma dalle problematiche culturali di chi arriva da immigrato illegale in Italia.
Una affermazione aberrante, smentita da numeri e percentuali, che non tiene conto del fatto che gli immigrati illegali colpevoli di reati contro donne sono una minoranza.
Ma ancora di più incredibile per l'occasione in cui Valditara ha voluto dire la sua, cioè la presentazione della fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, uccisa un anno fa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, che non aveva accettato la fine della relazione, decidendo, con fredda premeditazione, tempi e modalità dell'omicidio.
Forse, per un disturbo nella trasmissione video, a Valditara non è giunta chiara l'immagine di Turetta che è italiano, da generazioni, e quindi non è possibile assimilarlo al topos, caro alla Lega, dell'immigrato sporco, brutto, cattivo e violento, mentre gli italiani non lo sono.
Non sappiamo se il ministro dell'Istruzione se ne è avveduto, ma con la sua sparata ha brutalizzato il problema, riducendolo dalla vergogna di una violenza canalizzata verso le donne ad una faccenda di razza, negando un'evidenza e piegandola a mere finalità politiche.
Eppure resta qualcosa di incomprensibile nella presa di posizione di Valditara che, sposando le tesi più oltranziste di chi si oppone all'immigrazione (legale o no è un aspetto dello stesso problema), getta inquietanti ombre sulla condizione stessa del ministero che, parlando di istruzione e quindi di cultura, dovrebbe favorire l'integrazione e, quindi, non alzare ulteriori palizzate che dividono ''noi'' e ''loro''.
Perché dal dire che l'aumento dei casi di violenza sessuale ''è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale'' è il segnale che chi avverte il crescere di un razzismo nemmeno tanto strisciante, basato su preconcetti e ideologie malate, non è purtroppo in errore.