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In Ungheria 100.000 volumi medievali a rischio estinzione per colpa dei coleotteri

Barbara Leone
 
In Ungheria 100.000 volumi medievali a rischio estinzione per colpa dei coleotteri

FOTO: Sconosciuto - Civertan Grafikai Stúdió - CC BY-SA 2.5

Nel cuore dell’Ungheria, tra le colline che dominano la campagna nord-occidentale, un piccolo nemico silenzioso minaccia uno dei luoghi più sacri della memoria europea. A Pannonhalma, millenaria abbazia benedettina fondata nel 996, decine di migliaia di libri stanno per essere evacuati come in un’operazione militare. Il motivo? Un’invasione di coleotteri, minuscoli ma spietati, che rischia di cancellare secoli di storia scritta, a morsi di silenziosa distruzione.

In Ungheria 100.000 volumi medievali a rischio estinzione per colpa dei coleotteri

Nella biblioteca dell’abbazia, custode di circa 400.000 volumi, è scattato l’allarme dopo che durante una pulizia di routine gli addetti hanno notato strani strati di polvere e dorsi rosicchiati. Aprendo i volumi, l’orrore: fori nei fogli, carta traforata come una groviera. Il colpevole è il Stegobium paniceum, noto come "coleottero del pane" o "coleottero delle farmacie", ghiotto non solo di cereali e spezie, ma anche degli adesivi a base di amido e delle colle naturali usate nei libri antichi. L’infestazione è tutt’altro che contenuta: ha già colpito un quarto dell’intera collezione.

“Si tratta di un’infestazione di insetti in fase avanzata, rilevata in diverse aree della biblioteca, quindi l’intera collezione è classificata come infetta e deve essere trattata contemporaneamente”, ha dichiarato alla Associated Press News Zsófia Edit Hajdu, capo restauratrice dell’abbazia. “Non abbiamo mai riscontrato un’infezione di tale entità prima d’ora”.

E così, con la precisione di un’operazione chirurgica e la devozione di chi maneggia reliquie, circa 100.000 volumi rilegati a mano vengono ora rimossi dagli scaffali, riposti in casse e sigillati in sacchi ermetici privi di ossigeno. L’idea è quella di sottoporli a un trattamento di sei settimane in atmosfera di azoto puro, nella speranza che l’ambiente anossico sia letale per gli insetti e le loro uova. Non è solo un problema materiale. È un attacco al cuore pulsante della storia.

La biblioteca di Pannonhalma ospita infatti alcuni dei tesori più preziosi della cultura ungherese e europea: 19 codici manoscritti, tra cui una Bibbia del XIII secolo, centinaia di volumi anteriori all’invenzione della stampa, e decine di migliaia di testi a stampa del Cinquecento. “Quando vedo un libro rosicchiato da uno scarafaggio o infettato in qualsiasi altro modo, ho la sensazione che, indipendentemente dal numero di copie pubblicate e da quanto il libro sia sostituibile, un pezzo di cultura sia andato perduto”, ha confidato Ilona Ásványi, direttrice della biblioteca. Fondata quattro anni prima della nascita del Regno d’Ungheria, l’abbazia di Pannonhalma è sopravvissuta a invasioni ottomane, guerre mondiali e occupazioni straniere.

Ma il minuscolo coleottero sembra rappresentare una delle sue sfide più subdole. Secondo Hajdu, la causa va cercata anche nel cambiamento climatico. “Le temperature più elevate favoriscono la vita degli insetti. Finora abbiamo affrontato principalmente danni da muffa sia nei depositi che nelle collezioni aperte al pubblico. Ma ora credo che le infestazioni di insetti si intensificheranno a causa del riscaldamento globale”, ha spiegato. L’abbazia spera di riaprire la biblioteca all’inizio del prossimo anno. Nel frattempo, ogni singolo libro sarà ispezionato, aspirato e, se danneggiato, affidato alle mani esperte dei restauratori. Ma l’impresa è più di una semplice operazione logistica: è una battaglia simbolica per preservare l’identità culturale.

In questo scenario, la spiritualità si intreccia alla missione della conservazione. “Nella Regola di San Benedetto si legge che tutti i beni del monastero debbano essere considerati dello stesso valore del sacro vaso dell’altare”, ha ricordato Ásványi. “Sento la responsabilità di ciò che questa conservazione e conservazione significano realmente”. Responsabilità, certo. Ma anche urgenza. Perché se l’umanità ha saputo tramandare la conoscenza per un millennio, sarebbe tragico perderla per mano di un coleottero lungo appena pochi millimetri.

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