Oggi, a Washington, va in scena il secondo atto della strategia di Donald Trump per portare alla fine del conflitto ucraino, dopo l'imbarazzante vertice di Anchorage con Putin, conclusosi con una innegabile vittoria diplomatica del presidente russo.
Ucraina: Trump dirà a Zelensky di accettare la sconfitta, se vuole veramente la pace
Una vittoria che si traduce nel fatto che il piano di Trump per la fine della guerra passa per una sconfitta di Kiev, alla quale si chiederà di prendere atto dello status quo in Crimea, del fatto che i territorio oggi controllati dall'esercito russo passeranno in gran parte sotto il controllo di Mosca e, in ottica futura, che l'Ucraina non entrerà mai nella Nato, pur godendo, da parte dell'alleanza, di garanzie per la sua sicurezza.
Quindi, una vittoria quasi totale per Putin che, sedutosi al tavolo del confronto in Alaska con nessuna intenzione di cedere, se ne è alzato avendo in tasca un'evidente capitolazione diplomatica di Trump.
In queste ore Trump celebra l'agenda odierna (con gli incontri con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e con i leader europei) come ''un grande giorno'', anche se non è chiaro bene per chi, pur se, secondo la Casa Bianca, può porre fine all'invasione russa dell'Ucraina "quasi immediatamente".
Con quale spirito Zelensky si avvicina all'incontro odierno (certo ricordando l'umiliazione subita, nel precedente, quando cadde in un'imboscata mediatica di Trump e Vance) è facile capirlo leggendo che, poche ore fa, Trump ha scritto, via social, che all'Ucraina non sarà permesso di aderire alla NATO, e che comunque il presidente ucraino ''può porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente, se vuole, o può continuare a combattere", come se ad attaccare la Russia sia stata Kiev e non viceversa.
Lo stesso modo di esprimere di Trump ("NESSUN INGRESSO NELLA NATO DA PARTE DELL'UCRAINA. Alcune cose non cambiano mai!!") non sembrano essere la traduzione di una volontà di raggiungere una pace se non proprio equa, quanto meno non penalizzante solo per Kiev.
Zelensky, comunque, ha dichiarato in un post sui social media, dopo essere arrivato ieri sera a Washington, di essere grato a Trump per aver ospitato l'incontro programmato. "Condividiamo tutti il forte desiderio di porre fine a questa guerra in modo rapido e affidabile".
"E la pace deve essere duratura", ha aggiunto, sottolineando l'aggressione di Mosca del 2014 e il fallimento della comunità internazionale nell'applicare il Memorandum di Budapest del 1994 – firmato anche dalla Russia – che offriva all'Ucraina "garanzie di sicurezza" in cambio della resa di Kiev del suo arsenale nucleare dell'era della Guerra Fredda.
"Gli ucraini stanno combattendo per la loro terra, per la loro indipendenza", ha scritto Zelenskyy. "La Russia deve porre fine a questa guerra, che ha iniziato da sola. E spero che la nostra forza congiunta con l'America, con i nostri amici europei, costringerà la Russia a una vera pace".
Oggi a Washington ci saranno anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer, il segretario generale della NATO Mark Rutte, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente finlandese Alexander Stubb e il presidente del consiglio, Giorgia Meloni.
Nel frattempo, sia la Russia che l'Ucraina hanno continuato gli attacchi a lungo raggio durante la scorsa notte. L'aeronautica ucraina ha dichiarato che la Russia ha lanciato 140 droni(88 abbattuti) e quattro missili,. Impatti di missili e droni sono stati segnalati in 25 località nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Sumy, Dnipropetrovsk, Odessa e Kiev, ha detto l'aeronautica.
Almeno sette persone, tra cui un bambino, sono state uccise quando un drone russo ha colpito un complesso di appartamenti a Kharkiv, hanno detto i funzionari locali.